Bernard Tapie morto a Marsiglia,
quando affidò a Rambone i suoi gioielli

Bernard Tapie morto a Marsiglia, quando affidò a Rambone i suoi gioielli
di Francesco De Luca
Lunedì 4 Ottobre 2021, 19:48
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È storia nota il tentativo che Bernard Tapie fece per strappare Diego Maradona al Napoli, senza riuscirvi per la ferma opposizione di Corrado Ferlaino alla cessione, nonostante la proposta di 25 milioni di dollari. Meno nota è la presenza di un allenatore napoletano nei trionfi del Marsiglia, il club che fece conoscere Tapie, scomparso il 3 ottobre, fuori dai confini francesi.

Quell'allenatore si chiamava Gennaro Rambone. Napoletano, classe 1935, si è spento undici anni fa dopo una carriera tra campo (era cresciuto nelle giovanili del Napoli), panchina e salotti televisivi perché era diventato opinionista polemico e competente nelle emittenti locali e nazionali. Rambone entrò nel cuore dei tifosi azzurri nel 1982, quando affiancò Bruno Pesaola alla guida del Napoli. Il tandem sostituì Massimo Giacomini ed evitò che la squadra retrocedesse.

L'esperienza del Petisso abbinata alla competenza di Rambone consentì di centrare l'obiettivo della salvezza. Pesaola e Rambone si sarebbero aspettati la riconferma ma il Napoli puntò su Piero Santin, tecnico della Cavese dei miracoli.

Anni dopo, quando il Marsiglia diventò tra i primi club al mondo, Tapie venne colpito dal curriculum di Rambone, che era stato tra i primi tecnici a cogliere l'aspetto scientifico della preparazione dei calciatori grazie alla conoscenza con il professore Carmelo Bosco, siciliano, uno dei più grandi esperti di fisiologia muscolare e biomeccanica al mondo, tra i primi ad inserire il lavoro sulla forza nella preparazione, in particolare l'atletica. Quelle teorie piacquero a Monsieur Bernard che fece firmare a Rambone un contratto di consulenza per la gestione atletica del Marsiglia, lo squadrone che conquistò l'Europa. Un'esperienza fortunata, anche se breve.

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