Calcio, giocatori senza terza dose, la Serie A teme nuovi stop

Bryan Cristante
Bryan Cristante
di Sergio Arcobelli
Domenica 21 Novembre 2021, 00:42 - Ultimo agg. 22 Novembre, 09:46
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L’ultima terribile variante Covid irrompe anche nel calcio. Soltanto ieri, infatti, si sono registrate tre positività che spaventano la Serie A: quelle dei due centrocampisti della Roma Bryan Cristante e Gonzalo Villar e dell’attaccante del Napoli Matteo Politano.

Vanno in isolamento domiciliare per dieci giorni e le due squadre in “bolla” per 7: una bolla in cui possono muoversi solo sull’asse casa-lavoro-casa. I tre, annunciano i due club, erano già vaccinati. E così, mentre Mourinho e Spalletti devono fare i conti con alcune defezioni, nel calcio italiano si torna a parlare di bolle e restrizioni, quarantene e nuove protocolli proprio mentre era aperto il dibattito sull’apertura totale degli impianti al pubblico. Lo sport non fa eccezione, anzi. Il timore, anche qui, è che con la nuova variante il numero dei contagiati risalga velocemente. Si riapre, immediato, il dibattito sulle vaccinazioni e sulla terza dose, una materia di riflessione che coinvolge una delle principali industrie del Paese come il calcio. E alimenta preoccupazioni crescenti per i prossimi mesi, quando sono previsti i picchi invernali. Anche perché - sia chiaro - i calciatori sono trattati al pari dei normali cittadini: niente terza dose prima dello scadere dei 180 giorni e sotto i 40 anni, almeno finché queste sono le disposizioni del ministero della Salute.

Serie A, il campionato teme nuovi stop


CHE FARE?
Peccato, perché il campionato di serie A vanta un primato non irrilevante: quello di torneo con la più alta percentuale di vaccinati in Europa. Il 92% di calciatori, infatti, ha già ricevuto la doppia dose, mentre tutta la popolazione si assesta all’84,5%. La tanto vituperata Serie A, bisogna ammetterlo, si è comportata bene, molto meglio di altri settori. Ma anche il calcio deve fare i conti con la perdita di efficacia dei vaccini. E questo preoccupa e non poco. Perché oltre alle ultime positività dei tre calciatori, si aggiungono quelle precedenti di Diego Demme (Napoli) e di Adam Marusic (Lazio), quest’ultimo contagiatosi nel ritiro con il Montenegro. Senza dimenticare i casi di Nico Gonzalez (Fiorentina) e del tecnico del Verona, Igor Tudor, entrambi già negativizzati.


ANCORA SOTTO CONTROLLO
«Questa è una situazione che ci potevamo anche aspettare, perché se aumenta la percentuale dei positivi della popolazione in generale, allora il calcio non può essere da meno. E possono contagiarsi anche gli atleti già vaccinati. E’ fisiologico». Parole di Gianni Nanni, responsabile sanitario del Bologna e componente della Commissione medica della Figc. Solo pochi mesi fa, quando i positivi si contavano quotidianamente a decine, Nanni coordinava la commissione medica che indicava come comportarsi ai vari responsabili delle società. «Il vaccino – continua Nanni - non ti dà la matematica certezza di non prendere il virus. Ma riduce enormemente le probabilità di ammalarti in maniera grave. Grazie al vaccino hai però una minore probabilità non solo di essere infettato o di infettare gli altri, ma una minore probabilità di essere ricoverato in terapia intensiva e di morire». Quanto si può essere tranquilli vista l’alta percentuale di giocatori vaccinati? Nanni è rassicurante: «Le società di A hanno lavorato in maniera precisa, la maggior parte dei calciatori ha completato il ciclo vaccinale o ha ricevuto una monodose Johnson&Johnson in estate. A questo punto, anche noi aspettiamo indicazioni per la terza dose: fino ad allora possiamo solo attenerci scrupolosamente ai protocolli».


PREOCCUPAZIONE
A complicare la situazione un risvolto che non aiuta: in Italia, non è stato ancora dato il via libera al booster per gli under 40. Dunque, al momento, tra i calciatori di Serie A solo un 40enne come Ibrahimovic potrebbe sottoporsi alla terza dose visto che finora non è prevista nessuna deroga o eccezione per effettuare il richiamo a un atleta professionista. Calciatori come Cristante e Politano, vaccinati con doppia dose Pfizer prima dell’Europeo come tutti gli azzurri, tra pochi giorni maturerebbero i requisiti per la terza dose, ma non hanno l’età. Il rispetto dei protocolli complica la situazione vista la recrudescenza del virus: i giorni passano e bisogna fare in fretta perché molti stanno per completare il ciclo dei 6 mesi, dopodiché la copertura del vaccino potrebbe perdere efficacia. Col rischio, ogni giorno più concreto, di esporre nuovamente il campionato di Serie A alle bizze del virus, mettendone a dura prova la regolarità.

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