«Pronti ad aprire ai tifosi»: le società di A
favorevoli alla proposta di Gravina

«Pronti ad aprire ai tifosi»: le società di A favorevoli alla proposta di Gravina
di Pino Taormina
Venerdì 5 Giugno 2020, 09:16 - Ultimo agg. 11:04
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Chiuso da tre mesi per virus, il calcio italiano prepara il suo nuovo inizio per il 12 giugno. Sarà a porte chiuse, ma il numero uno della Federcalcio, Gabriele Gravina, guarda già al futuro. Nell'intervista al Mattino apre a un ritorno - parziale e in sicurezza - dei tifosi allo stadio già questa estate. Sia pure senza correre troppo. «Rivedere in estate i tifosi allo stadio? Me lo auguro, migliorando l'andamento dei contagi, spero si possa consentire l'accesso parziale agli impianti di calcio. Sarebbe una straordinaria iniezione di fiducia e di entusiasmo». Il mondo del calcio non aspettava altro. Il Napoli, per esempio, ha già un piano per riportare i tifosi al San Paolo, magari da aprire solo per gli abbonati che sono circa 13mila. Ma tutto dipende non dalla Figc ma dal governo. Il ministro Spadafora, proprio ieri, ha ancora una volta mostrato grande comprensione nei confronti della Lega Calcio. «Avevo chiesto che si potesse ripartire con la Coppa Italia, con le tre partite in chiaro sulla Rai. Le due semifinali sono state anticipate per consentire poi un calendario fitto. Si giocherà il 12 e il 13 giugno, poi il 17 la finale», ha annunciato il ministro dello sport Spadafora. Napoli-Inter è confermata per il 13 giugno (da decidere se alle ore 20,45 o 21).

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Il Comitato tecnico scientifico inizierà a discuterne con il ministro Speranza già a inizio della prossima settimana. Ma la strategia della Federcalcio non prevede che ci siano pressioni sull'argomento. Perché il vero obiettivo è, semmai, ridurre la quarantena delle squadre nel caso in cui spunti un positivo nel bel mezzo del campionato. Saverio Sticchi Damiani, presidente del Lecce, è uno di quelli che si sente più pronto. «Ho ventimila abbonati e se ci fosse il via libera credo che ci siano i mezzi per garantire la salute di tutti all'interno dello stadio», dice. Il numero uno del club pugliese ha mostrato grande spessore e personalità nel corso della lunga crisi di queste settimane. L'amministratore delegato del Sassuolo, Giovanni Carnevali, è sulla stessa lunghezza d'onda di Gravina: «I tifosi delle squadre sono una delle parti più importanti e le società ne tengono conto, giocare senza tifosi è una delle ultime cose che vorremmo fare perché ne risente anche lo spettacolo. Ma la questione del ritorno sugli spalti è una cosa che va affrontata velocemente come sta già accadendo in altri Paesi. Noi abbiamo invece l'abitudine di arrivare sempre ultimi sulle cose». Arturo Diaconale, portavoce della Lazio è ancora più diretto: «Se aspettiamo il contagio zero per riaprire gli stadi non lo faremo mai, neppure a settembre. Dobbiamo abituarci fin da adesso a condividere una situazione di anomalia che non è solo economica ma anche psicologica». Insomma, difficile trovare voci fuori dal coro. Anche i consumatori, alias i tifosi, non possono che essere d'accordo sulla riapertura ipotizzata dal presidente federale. «Il concetto espresso da Gravina è sacrosanto spiega Carlo Claps, presidente di Aidacon consumatori e del Comitato di difesa dei tifosi riaprire musei, parchi e non gli stadi, sia pure gradualmente, è un controsenso. Attenzione però a non discriminare il pubblico: se da una parte infatti è importante riaprire nel rispetto delle norme di sicurezza sulla salute, dall'altra non sarebbe giusto poter accedere solo in alcuni settori degli stadi. Ne va soprattutto del rispetto degli abbonati».
ALGORITMO SÌ O NO
Gravina, sempre parlando al Mattino, ha anche respinto le polemiche sull'algoritmo, ultima chance se il campionato dovesse essere sospeso di nuovo. «È stato sollevato molto rumore senza nemmeno conoscere di cosa si tratta. Non vogliamo chiamarlo così? Chiamiamolo criterio per la definizione delle graduatorie ispirato al merito sportivo», ha precisato Gravina. La proposta del presidente federale alle componenti prevede, in sintesi, la media punti in casa e fuori. Ma non assegnerà lo scudetto. I club di Serie A pronti a chiedere correttivi. La formula servirà in caso di nuovo stop. La decisione l'8 giugno in Consiglio federale. Intanto ieri approvato un Fondo Salva Calcio per un ammontare di 21 milioni e 700 mila euro. L'iniziativa è stata decisa dal Comitato di presidenza della Figc.
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