Hotel Vesuvio. Cannavaro è lì nel solarium che affaccia sul golfo di Napoli. La sua carriera di allenatore è a un bivio, forse il secondo da quando ha smesso di giocare. Non è stato facile andare in Cina per iniziare ad allenare, non è facile lasciare la Cina adesso.
«Ho parlato con Paolo mio fratello e tutti gli altri dello staff. Ho chiesto se era giusto restare ancora per vivere in isolamento per mesi e mesi, uscendo dalla stanza dell'albergo solo per andare in campo. E siamo stati tutti d'accordo. Lascio 15 mesi di contratto (25 milioni di euro, ndr). Ma non ho rimpianti. Il mio futuro? Tornare a casa per me è sempre un'emozione fortissima, sono andato via da Napoli che avevo 21 anni, adesso ne ho 48. Non ho paura di allenare in serie B, se un presidente ti chiama devi ascoltarlo per rispetto. Sempre. E poi decidere. Se mi piacerebbe allenare questo Napoli? A chi non piacerebbe! L'ho sempre detto, sono stato sempre tifoso del Napoli, quindi per me sarebbe una doppia soddisfazione, ma in questo momento il Napoli ha un buonissimo allenatore, una bravissima persona e sa di calcio, questa è la cosa più importante. Se il calcio italiano ha un gap rispetto agli altri campionati top d'Europa? A livello tecnico forse con quello inglese sì, quello inglese è come il nostro campioanto degli anni '80-'90, ormai sono tutti lì i giocatori top, gli allenatori top.
Infine su Jorginho: per quello che ha vinto, giusto che possa puntare al Pallone d'oro, ma secondo me non c'è storia dopo che Messi ha vinto la coppa America.