Napoli-Lazio, parla Cataldi: «Voglio diventare una bandiera»

Napoli-Lazio, parla Cataldi: «Voglio diventare una bandiera»
Napoli-Lazio, parla Cataldi: «Voglio diventare una bandiera»
Sabato 27 Novembre 2021, 16:52
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Una sfida delicata quella che domani attende la Lazio al Diego Armando Maradona di Napoli. La squadra di Maurizio Sarri, che viene da una sconfitta con la Juventus in casa e una vittoria convincente contro la Lokomotiv Mosca in Russia, è attesa domani dalla capolista di Luciano Spalletti. In conferenza stampa, al posto dell'allenatore, si è presentato Danilo Cataldi e ha affrontato diversi argomenti: «Voglio diventare una bandiera per la Lazio», ha detto il numero 32.

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Ti stai imponendo come play alla Jorginho. Qualche aspetto in cui ti rivedi in lui?

"Ho avuto modo di vederlo in Nazionale, fare paragoni è troppo azzardato, faccio questo ruolo col mister da troppo poco tempo per fare confronti. Sto lavorando molto su me stesso con lo staff per capire partita dopo partita dove migliore. Un ruolo difficile, il mister chiede molto, sto lavorando per dare il meglio e aiutare la squadra". 

Cosa vedi pensando al Cataldi di prima?

"Mi ricordo bene, ho fatto l'esordio all'Olimpico con il Napoli.

Sono accadute tante cose da quel momento, viviamo il presente, proviamo domani a fare quanto fatto giovedì e fare la nostra gara".

Come sta la squadra?

"Ha fatto due buone partite, anche con la Juve per me, gli episodi però hanno condizionato la gara e l'hanno spostata sui canoni della Juve. Sono stati commessi degli errori, ma la squadra l'ho vista bene anche la scorsa di campionato. In Europa è sempre difficile, vincere 3-0 e passare il turno è stata un'ottima cosa. Proviamo a continuare così". 

Cosa dà Immobile?

"Non posso io parlare di Ciro, i suoi numeri parlano da soli. Un giocatore che porta entusiasmo, oltre ai gol. Il nostro capitano, le squadre contro sanno che ti può punire a ogni occasione, per noi è una cosa positiva come lo è per tutte quelle che hanno uno come Immobile davanti".

Che peso la gara di domani?

"Peso importante, partita tosta. Il Napoli insieme al Milan ha mostrato il miglior calcio e ha fatto più punti. Siamo in un momento di crescita, penso che siamo ancora al 50-60% di ciò che possiamo diventare. Cerchiamo di fare uno step in più".

Sui sorteggi dell'Italia e come si arriverà agli spareggi?

"Ho visto ieri, sono sempre dell'idea che si parli troppo subito di Italia-Portogallo, ce n'è un'altra prima che va vinta con la Macedonia. Sul tempo a disposizione l'argomento diventa più complicato quando si parla di Nazionale, le tempistiche e i calendari sono sempre problematiche. Ieri siamo rientrati tardi, oggi ripartiamo, purtroppo il calendario è questo, vediamo se si riesce a sistemare qualcosa in più. Speriamo che l'Italia comunque passi".

Un tuo nuovo obiettivo?

"In questi anni ho sempre avuto un obiettivo, diventare importante per la Lazio, non solo nella squadra, anche un po' come un'icona. Sono di qua, è quello che ho sempre voluto. Il percorso è stato complicato, ora sto raccogliendo qualche frutto ma non ho fatto ancora niente, non ho fatto 100 partite consecutive con la Lazio. Per questo penso sempre alla gara dopo. Ho iniziato a pensare così, senza pensare a obiettivi troppo futuri, sennò si possono saltare quelli di mezzo e diventa complicato. Faccio il massimo di partita in partita". 

Su cosa puoi migliorare?

"Un po' su tutto, quello che chiede il mister è un ruolo al centro della squadra. Sto vedendo molti video dopo le gare per vedere le diverse situazioni, poi in base avversario cambia tutto. Ho qualcosa in meno nel leggere situazioni difensive".

Quanta fiducia senti? Dei convocati per l'ultima vittoria a Napoli del 2015 siete rimasti tu e Felipe Anderson...

"Era il mio primo anno alla Lazio, me la ricordo tanto quella partita, piena di emozioni. Io sinceramente, dopo essere tornato dalle esperienze fatte fuori, non credo di essere cambiato tanto, soprattutto rispetto all'anno scorso. Sono sempre stato uno che ha dato il massimo quando veniva chiamato in causa. Le partite che giochi poi però ti portano fiducia e a capire situazioni che in allenamento non puoi capire a pieno. Non penso di essere cambiato di tanto rispetto al passato, magari trovando più continuità e spazio la fiducia cresce, anche l'alchimia coi compagni, lo scambiare il pallone. Devo continuare così".

Cosa è cambiato nel lavoro con Sarri?

"Mister Pioli mi ha fatto esordire, ha creduto in me dopo il prestito in B al Crotone, è stato come un padre, un calciatore collega questo con chi lo butta dentro in A. È stato importante per me, per arricchirmi, non è facile passare dalla Primavera alla B e poi alla A, mi dispiace non avergli dato tutto il secondo anno, ho avuto qualche problema non dettato dal campo, mi è dispiaciuto tanto. Inzaghi ti fa stare bene, è competente, comunque trova sempre il modo di essere positivo quando le cose non vanno bene. Ti fa stare tranquillo. Qui è stato tanti anni, ti dà quel qualcosa in più nel momento importante. Sarri è inutile che lo dica io, è uno dei migliori a livello internazionale. È stimolante giocare per lui, ogni giorno puoi imparare, pretende molto, ma se viene seguito i risultati possono essere importanti". 

Le ambizioni di squadra nel breve periodo?

"Ragiono di partita in partita, lo fanno anche i miei compagni. Con il cambio allenatore sono state scombussolate le idee rispetto ai 5 anni precedenti, l'obiettivo non può essere a lungo termine. Una gara ti può far cambiare tutto, pensiamo nel quotidiano, per noi Napoli è importante". 

Il segreto della nuova alchimia a centrocampo?

"Bella domanda, non c'è un segreto, il primo è la disponibilità di tutti a fare qualcosa di più. Il calcio che chiede il mister, anche se da fuori può sembrare tutto bello, è complicato in fase di non possesso, bisogna recuperare in fretta il pallone quando non ce l'hai, è dispendioso a livello fisico. Tutti vogliono fare uno step in più, capire meglio le distanze dei pressioni, dovranno essere sempre più brevi per recuperare palla e fare male".

Un momento esatto in cui hai preso consapevolezza di poter diventare importante?

"Non c'è stato un momento preciso, ho fatto il ritiro in un altro ruolo, poi insieme al mister abbiamo deciso di provare lì. Un susseguirsi di cose, di buone prestazioni, anche i risultati ti possono dare una mano. Adesso non è che mi senta un titolare fondamentale, non la vedo così. Se gioco è perché il mister pensa possa essere utile, ho conquistato questo in allenamento e in partita. C'è sempre una competizione positiva tra me, Lucas e Gonzalo, me la sono conquistata sul campo piano piano".

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