Spadafora: «Protocollo è ok, la Serie A non è a rischio». ​Procura Figc indaga, giudice slitta

Spadafora: «Protocollo è ok, la Serie A non è a rischio». Procura Figc indaga, giudice slitta
​Spadafora: «Protocollo è ok, la Serie A non è a rischio». ​Procura Figc indaga, giudice slitta
Lunedì 5 Ottobre 2020, 22:09
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Il protocollo c'è e non si tocca, ma va rispettato e, se qualcuno sbaglia, paga. Quanto al campionato, nessun rischio di stop. Per fermare l'effetto domino dopo il caso Juve-Napoli, con i partenopei bloccati dalla Asl regionale per le positività di Zielinski e Elmas e la partita fantasma andata in scena allo Stadium, il ministro Vincenzo Spadafora mette in chiaro le cose: «Il protocollo anti-Covid per il calcio è giusto, ma deve essere osservato con rigore da parte di tutti». E «chi sbaglia pagherà» sottolinea il presidente della Figc, Gabriele Gravina.

Un monito per il futuro, ma anche retroattivo perché sulla possibile inosservanza delle severe linee guida varate per la ripresa del campionato indagherà la Procura federale, il cui capo, Giuseppe Chinè, ha subito chiesto copia della corrispondenza tra la Asl, la Regione ed il club aprendo un'inchiesta. La partita mai giocata tra Juve e Napoli rischia di durare ben oltre i 90': perché anche la decisione del giudice sportivo sul possibile ko a tavolino per la squadra di Gattuso potrebbe slittare a seguito della richiesta di supplemento di indagini. Il giudice Mastrandrea esaminerà referti e scambi comunicazioni club-Asl (e il Napoli intanto ha fatto un pre reclamo). Una cosa pare certa: il caso Juve-Napoli non andrà ad intaccare la validità del protocollo anti-Covid. Dopo un'ora di incontro in Federcalcio, sia il ministro per lo Sport Vincenzo Spadafora (che poco prima aveva avuto un summit in streaming con il presidente della Lega di A Paolo Dal Pino), che il n.1 Figc Gabriele Gravina, sono concordi nel richiedere il massimo «rigore» da parte di tutti: «Il protocollo è ancora giusto da tenere e da portare avanti, e deve essere rispettato da tutti con il massimo rigore», si dice convinto il ministro al termine dell'incontro in via Allegri.

Chiarendo che «il campionato non è a rischio», ma se o si vuole portare a termine «tutti dovremo continuare ad avere prudenza e tutti devono attenersi alle regole rigide del protocollo, se poi la situazione sanitaria dovesse cambiare come governo siamo pronti a cambiare». «Crediamo molto in questo protocollo che abbiamo voluto è difeso - spiega Gravina - Se tutti abbiamo a cuore la tutela della salute e il protocollo viene rispettato da tutti nella sua integrità, credo che possiamo stare tranquilli che il campionato si può disputare e svolgere in sicurezza. Certo se cominciano ad esserci delle falle e qualcuno sbaglia allora quel qualcuno deve pagare». Una decisa risposta anche a quanti sospettano che l'ultimo protocollo approvato da Figc, Cts e Governo (tampone solo 48 ore prima della gara, con un positivo nel gruppo-squadra gli altri entrano in una bolla e solo con dieci positivi in una settimana si potrà chiedere il rinvio della partita) non rispetti a pieno la sicurezza della salute in materia di anti-covid.

Tra questi lo stesso vice ministro della Salute, Pierpaolo Sileri, aveva detto: «Il protocollo, e non solo quello per il calcio, deve essere rivisto», le parole di Sileri, che aveva aggiunto: «L'unico meccanismo che ci permette di andare avanti col calcio non è il tampone, di cui abbiamo visto i limiti col caso del Genoa, ma è la quarantena», ovvero «se ci sono positivi e si tengono le persone distanti per settimane e con un tampone negativo dopo alcuni giorni si liberano».

Questo il punto, perché dal ministero dello Sport non si è mai pensato di mettere in discussione il protocollo, ma nelle ultime settimane è stato chiaro il sentore che non tutti possano averlo rispettato alla lettera. Sia a livello di club, che a livello di Asl territoriali. Su quest'ultimo punto Spadafora ha chiarito: «L'Autorità sanitaria locale può intervenire in casi particolari, non interviene in deroga al protocollo ma lì dove ci sono delle situazioni particolari. L'importante è che l'intervento sia motivato e legato a esigenze che possono variare». Nel caso Napoli, a certificare se si sia trattato di giuste motivazioni il mancato trasferimento dei partenopei a Torino, sarà la Procura federale. Il Napoli ha anche inviato al giudice sportivo un pre reclamo sul caso della mancata partenza per Torino per giocare la sfida con la Juve e il presidente De Laurentiis ha inviato una lettera a Spadafora di otto pagine con tutti i dettagli del caso. La partita non giocata rischia di durare a lungo.
 

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