Giancarlo Abete: «Europei con pubblico? Speriamo». Ma Pregliasco frena: «Solo pochi tifosi»

Giancarlo Abete: «Europei con pubblico? Speriamo». Ma Pregliasco frena: «Solo pochi tifosi»
Giancarlo Abete: «Europei con pubblico? Speriamo». Ma Pregliasco frena: «Solo pochi tifosi»
Lunedì 29 Marzo 2021, 16:35 - Ultimo agg. 17:23
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Giocare gli Europei con un un certo numero di tifosi negli stadi non è un'impresa impossibile, nonostante il Covid. Ne sembra convinto l'ex presidente della Figc Giancarlo Abete, ospite a La Politica nel Pallone su Gr Parlamento. «Partite con il pubblico agli Europei? - ha dichiarato - Speriamo vada a finire bene, perché vedo che l'impegno della Federazione (Figc ndr.) è importante, come testimoniano le recenti decisioni del presidente Gravina. Noi ci teniamo ad ospitare gli Europei. Capisco anche che la Uefa debba tenere una modalità comportamentale sufficientemente similare, non dico identica, tra i vari paesi. Spero che migliorando le situazioni della pandemia possiamo avere un Olimpico parzialmente aperto per gli Europei, l'Italia ci tiene, la Federazione ci tiene, come i tifosi e il calcio italiano, è un momento in cui dobbiamo raccogliere certe sfide e non cadere in depressione», così Abete.

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Che poi ha aggiunto: «All'esordio degli Europei all'Olimpico con il tampone? È una situazione che verrà assunta dagli organi competenti a livello anche scientifico, si parla che sia possibile con vaccini o tamponi, ma sono situazioni in stato di avanzamento, l'importante per l'italia è esserci, rappresentare al presidente Ceferin quanto l'Italia tenga alla presenza del pubblico negli stadi e ad essere protagonista non solo sul campo da gioco, ma anche come paese ospitante», così  l'ex vicepresidente Uefa. Che poi ha concluso: «Il 20 aprile è una data importante c'è il congresso che nominerà il nuovo comitato esecutivo del quale sono certo farà parte, con un ruolo significativo il presidente Gravina. Dobbiamo essere fiduciosi e aspettare l'evoluzione della pandemia», così Giancarlo Abete. Nel pomeriggio, tuttavia, il virologo dell'Università degli Studi di Milano Fabrizio Pregliasco ha dichiarato a Un giorno da pecora - in onda su Radio1 - che si potrà permettere solo «una piccola percentuale, simbolica, di più non mi pare il caso», così Pregliasco sulla possibilità di pubblico negli stadi agli Europei, come vorrebbe la Uefa.

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Gli altri Paesi

Nel frattempo gli stadi riaprono in alcuni Paesi, sia dentro che fuori dall'Unione europea.

Con il procedere delle vaccinazioni e l'arrivo del caldo, alcuni stadi ricominciano ad accogliere i tifosi al loro interno. Non è certo ovunque come in Australia e Nuova Zelanda, paesi "Covid free", dove si sono visti gli impianti pieni di gente senza mascherine già da settimane, ma anche in Europa si lavora per una accelerazione soprattutto in vista dell'Europeo di calcio, al via l'11 giugno con la partita inaugurale fra Italia e Turchia.

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La Turchia

Proprio la Turchia è uno di quei paesi dove la gente sta tornando sugli spalti: domani all'Ataturk di Istanbul è prevista la presenza di diecimila spettatori, il 15% della capienza dell'impianto, per il match delle qualificazioni mondiali fra la nazionale di casa e la Lettonia. L'esperimento, sempre al 15%, dovrebbe poi continuare per le partite di campionato. E sempre per le qualificazioni di Qatar 2022 si è giocato con il pubblico a Tbilisi (Georgia), dove 15mila persone hanno assistito dal vivo al successo-beffa (gol vincente al 93') della Spagna sulla nazionale di casa.

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Paesi Bassi

Anche la Johan Cruijff Arena di Amsterdam (in Olanda) ha riaperto i cancelli, così 5.000 spettatori hanno potuto assistere alla sfida tra Olanda e Lettonia, vinta per 2-0 dagli arancioni. Un esperimento autorizzato da governo e autorità sanitarie, e un evento da sottolineare perché invece le partite di campionato continuano a giocarsi a porte chiuse, con qualche eccezione, con la disputa di Nec-De Graafschap e Almere-Cambuur alla presenza di 1.300 spettatori, tutti sottoposti a tampone dopo la partita (un solo positivo su un totale di 2.600 test). Per entrare allo stadio serviva anche un'autocertificazione sulle proprie condizioni di salute fino a 24 ore prima della partita, e tutti gli spettatori sono stati poi sottoposti a rilevamento della temperature.

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Russia

Fra le sedi di Euro 2021 c'è, come la capitale olandese, anche San Pietroburgo, quindi la RUSSIA, dove gli impianti di football e hockey ghiaccio sono aperti ai supporter già vaccinati, come successo per la sfida calcistica Russia-Slovenia di sabato scorso. Intanto a San Pietroburgo lo Zenit ha lanciato l'iniziativa di vaccinare gratis i tifosi della squadra che compreranno un biglietto per le prossime partite casalinghe. «Il vaccino Sputnik V sarà disponibile per tutti i presenti al match al di sopra dei 18 anni» Per favore portate con voi il passaporto e la tessera sanitaria, vi verrà richiesto di essere visitati da un medico per l'approvazione alla vaccinazione«, è precisato in un comunicato del club.

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Gran Bretagna

Va avanti anche la Gran Bretagna dove grazie al piano vaccini il Premier Boris Johnson ha annunciato la riapertura degli stadi, con il limite di diecimila presenze, dal prossimo 17 maggio e sempre tenendo conto dei dati. Non a caso il Regno Unito si è proposto all'Uefa come sede alternativa, e unica, per questi Europei itineranti, tra le cui sede c'è in ogni caso anche Glasgow. E a Londra torneranno i tifosi anche in occasione del torneo tennistico di Wimbledon.

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Spagna

In Spagna il pubblico, in forma ridotta, potrebbe tornare negli stadi a partire dalla terza settimana di aprile. Lo ha detto Javier Tebas, presidente della Liga: «Speriamo che nella terza settimana di aprile possiamo iniziare ad avere una percentuale di tifosi negli stadi», così Tebas.

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Danimarca

Gli Europei si giocheranno anche in Danimarca, al Parken Stadium di Copenaghen, che può ospitare fino a 50mila spettatori. Il Governo danese ne ha annunciato la riapertura in tempi brevi per undicimila tifosi. Rimangono da monitorare Germania, che aveva aperto i suoi impianti all'inizio della stagione calcistica ma li ha richiusi a fine ottobre, e Italia, da cui l'Uefa attende una risposta in tempi brevi. Che in entrambi casi spetta principalmente al mondo della politica e alle autorità sanitarie.

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