Calcio, tennis e ciclismo: niente dribbling al Covid. Ora lo sport teme lo stop

Calcio, tennis e ciclismo: niente dribbling al Covid. Ora lo sport teme lo stop
Calcio, tennis e ciclismo: niente dribbling al Covid. Ora lo sport teme lo stop
di Gianluca Cordella
Giovedì 15 Ottobre 2020, 00:19 - Ultimo agg. 00:27
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Gli ultimi ad aggiungersi alla lista sono stati, ieri, Fabio Fognini e Weston McKennie. Il tennista, fermato prima del suo debutto al Sardegna Open di Cagliari. Il calciatore, positivo a uno dei controlli pianificati dalla Juventus secondo protocollo. Due nuovi contagi che, per nome, sono la punta dell’iceberg della giornata composto anche da altri due giocatori dell’Under 23 bianconera, da quattro del Parma e, nella Superlega di volley femminile, da una giocatrice di Cuneo e da un membro dello staff tecnico di Busto Arsizio che hanno causato i rinvii dei rispettivi match contro Novara e Brescia, in programma ieri sera.

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Insomma, lo sport trema tutto, da chi gareggia da solo a chi compete in squadra, dallo juniores che sogna in grande a chi grande lo è già, come Cristiano Ronaldo, il cui contagio da Covid emerso in Nazionale ha scosso il calcio martedì.

CR7 è atterrato ieri a Caselle in aeroambulanza e si è subito isolato nella sua villa sulla collina torinese. Ma i dubbi che accompagnano il suo rientro sono quelli che il Milan ha vissuto nei giorni scorsi per Zlatan Ibrahimovic o che il Genoa vive ancora, dopo il maxifocolaio da 17 giocatori contagiati (per dieci di loro si attende ancora la guarigione). Quanto si potrà andare avanti così? Difficile dirlo, perché se da un lato è evidente la volontà del mondo dello sport di andare avanti, è altrettanto chiaro che una partita di Serie A giocata con la Primavera e un Gp di F1 saltato in piena corsa mondiale (a Silverstone è toccato a Sergio Perez, ma se fosse stato positivo Hamilton?) possano falsare il campionato in questione.

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Macchia d'olio

Al di là della nobiltà della vittoria finale, poi, c’è un problema ancora più oggettivo che è proprio quello organizzativo. Perché a volte i numeri sono così ampi da andare a sbattere contro i regolamenti, portando al rinvio del match. Lasciando stare il caso complesso di Juventus-Napoli, solo in Italia sono state già rinviate la sfida tra Genoa e Torino, in Serie A, e, ieri, quella tra Monza e Vincenza, in B, con i brianzoli alle prese con sette giocatori positivi al Covid. Con le manifestazioni che si accavallano pianificare i recuperi può diventare in alcuni casi impossibile. Anche perché in estate sono già fissate due “scadenze” tassative: gli Europei di calcio e i Giochi olimpici di Tokyo. Gli sport individuali, va detto, vivono per loro natura una situazione un po’ più tranquilla. I casi ci sono, e non sono nemmeno pochi, ma in linea di massima basta allontanare il giocatore positivo e il torneo va avanti. Il caso di Fognini a Cagliari segue la positività di Paire agli Us Open o quella di Verdasco al Roland Garros, tanto per citarne un paio. Ma i tornei sono andati avanti senza intoppi e le bolle hanno quasi sempre funzionato (perfetti gli Internazionali, andati a dama senza alcun caso). Come funzionano le bolle del golf: oggi scatta la CJ Cup a Las Vegas senza Dustin Johnson, il numero uno del mondo, positivo ai controlli pre-torneo e, dunque, posto in isolamento per dieci giorni. Anche la già citata positività di Perez in F1 o quella nel motomondiale dello spagnolo Martin non hanno avuto ripercussioni sul resto del gruppo.

Contatti 

Ben più complicata è la situazione degli sport di squadra. Non tanto per i contatti in campo, quanto per la difficoltà di schermare al 100% i giocatori al di fuori della propria bolla. Mezzi di trasporto, ristoranti, hotel e luoghi di allenamento sono tutti fattori di rischio. Lo dimostra la positività di Ronaldo, emersa in Nazionale, come quella del romanista Diawara o dei quattro Under 21 azzurri in Islanda. Normale che le squadre facciano gli scongiuri in vista del maxirientro dei propri tesserati previsto tra oggi e domani. Non c’è sport di squadra che non sia stato toccato. Solo il calcio, dai ritiri precampionato, ha registrato più di 50 casi. Il basket ha avuto contagi a Varese e Cantù, senza contare il Cska in Eurolega e il caso limite del Pau-Lacq-Orthez, nella massima divisione francese: squadra interamente positiva e calendari stravolti. Al Giro d’Italia, la positività di Simon Yates, ha anticipato quella del compagno di team Kruijswijk e di Matthews, con le rispettive squadre ritirate dalla corsa. In Italia ci sono stati casi anche nel volley, nel rugby (l’azzurro Varney, con la Nazionale per preparare i recuperi del Sei Nazioni) e persino nell’hockey su ghiaccio, a Pinerolo. La sensazione è che l’unica via per tutelare salute degli atleti e regolarità delle competizioni siano le bolle integrali, stile Nba. A proposito, il commissioner David Silver, dopo aver chiuso senza contagi l’esperienza di Orlando, non ha escluso che possa svolgersi così anche la prossima stagione. Lungimirante.  

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