Davide Astori non è morto nel sonno:
«Poteva essere salvato»

Davide Astori non è morto nel sonno: «Fu tachiaritmia, forse poteva essere salvato»
Davide Astori non è morto nel sonno: «Fu tachiaritmia, forse poteva essere salvato»
di Enrico Chillè
Venerdì 8 Giugno 2018, 10:38 - Ultimo agg. 15 Marzo, 01:30
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Davide Astori non sarebbe morto nel sonno e forse avrebbe potuto essere salvato. È quanto rivela la perizia effettuata dai medici Carlo Moreschi e Gaetano Thiene, incaricati dal pm Barbara Loffredo di far luce sulla morte del capitano della Fiorentina, avvenuta nella notte tra il 3 e il 4 marzo in hotel a Udine.



L'ipotesi iniziale, quella in cui credevano di più i medici, è stata sostanzialmente ribaltata: in principio, infatti, si era parlato di bradiaritmia. Secondo questa ipotesi, il cuore di Davide Astori, nel sonno, avrebbe rallentato progressivamente il proprio battito fino alla morte. Ora, invece, alla luce dei risultati della perizia, si parla di tachiaritmia, ovvero di un aumento improvviso della frequenza dei battiti. Si tratterebbe del primo e ultimo sintomo di una patologia che mai era stata riscontrata prima in un atleta sano e costantemente controllato.

Secondo i periti, quindi, Astori non sarebbe morto nel sonno e forse, ma è solo un'ipotesi, avrebbe potuto essere salvato, se solo avesse condiviso la stanza con un compagno di squadra. La sera del 3 marzo, invece, Davide aveva lasciato la camera di Marco Sportiello, portiere dei viola, per ritornare da solo nella propria stanza dopo aver passato qualche ora insieme. L'esito della perizia, a questo punto, non fa altro che aumentare il dolore per la perdita di un ragazzo di 31 anni, che aveva ancora molto da dare alla Fiorentina e alla nazionale, ma soprattutto di una persona eccezionale che mancherà a tutti, in primis alla sua famiglia e alla sua bimba, Vittoria, di due anni.
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