Dybala: «A Roma per vincere, ma per scudetto è presto. Se segno con la Juve non esulto»

La presentazione della Joya a Trigoria: «Sono curioso di conoscere i tifosi e abbracciarli»

Dybala: «A Roma per vincere, ma per scudetto e presto. Se segno con la Juve non esulto»
Dybala: «A Roma per vincere, ma per scudetto e presto. Se segno con la Juve non esulto»
di Stefano Carina
Martedì 26 Luglio 2022, 15:01 - Ultimo agg. 17:25
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È il Dybala-day. Prima la presentazione ai media a Trigoria. Poi, questa sera, il bagno di folla al Palazzo della cività italiana, alias Colosseo Quadrato. L'argentino è apparso sorridente e felice della scelta. Ha spiegato il motivo della sua scelta («Ho chiesto a Mourinho cosa puntiamo a vincere...»), la trattativa con l'Inter («Non è stata l'unica squadra che mi ha cercato»), la rinuncia al 10 di Totti («Nel futuro non si sa, ora sono felice con il 21») e dell'addio alla Juventus («Non è stato un problema economico, come tanti hanno detto, ma la società col mister hanno preso altre decisioni»). Curiosa anche la risposta su Zaniolo: «In questi giorni ci ho parlato ma non posso intromettermi. La scelta è la sua». 

Stadio Roma, un parking da 4mila posti sotto l'impianto a Pietralata. Struttura interrata a tre piani

Dybala: se segno con la Juve non esulto

Di seguito la conferenza stampa integrale:


Per lei è giusto iniziare ad alzare il livello di ambizione? Con l'arrivo di altri calciatori, crede sia possibile parlare di corsa scudetto?
«Credo sia presto per iniziare a parlare di scudetto. C'è voglia di fare bene, lo scorso anno la Roma ha vinto un trofeo importante.

In palio ci sono obiettivi importanti, a tutti piace vincere e quello deve essere il nostro obiettivo. Pensare di partita in partita e più avanti vedremo dove saremo per parlare di obiettivi più importanti. In questo momento ci sono squadre più avanti di noi, dobbiamo pensare partita per partita».

Marotta ha affermato «A noi Dybala non serviva». Siccome c'è stata trattativa, si è sentito tradito?
«No, per niente. Da quando è finito il mio contratto con la Juventus, i miei agenti hanno parlato con tante squadre e voi (riferito ai giornalisti, ndr) avete parlato di tante squadra in più. Ho un bel rapporto con Marotta. Tante squadre si sono avvicinate, poi è arrivato il direttore Pinto a Torino e le cose sono cambiate».

 

Dove giocherà la gioia

Meglio da seconda punta o trequartista? E quanto ha inciso la telefonata con Mourinho?
«Per quanto riguarda la prima domanda, sarà il lavoro del mister a decidere. In base alle partite troverà le soluzioni migliori per me e per la squadra, poi deciderà lui e io sarò disposto a ricoprire entrambe le posizioni. La chiamata del mister è stata un piacere enorme: la prima è stata col direttore e lui, poi mi ha scritto. Ho avuto anche la fortuna di conoscere il presidente, suo figlio, ho parlato con il direttore e conoscevo alcuni ragazzi. La chiamata di tutti è stata una dimostrazione di affetto, è stata importante per me».

Quali sono le certezze che lei ha ricevuto? Possiamo tradurli in obiettivi?
«Sì, la prima domanda che ho chiesto a Mourinho è stata: cosa puntiamo a vincere? A me piace vincere e anche a lui. Quando abbiamo iniziato a parlare tecnico e società mi hanno dato punti di riferimento che avete visto l'anno scorso: la serietà, l'entusiasmo, la consapevolezza dell'allenatore e dei ragazzi sono importanti per andare avanti. Cercherò di dare il massimo, di portare la mia esperienza per continuare a vincere».

Cosa l'ha colpita dei tifosi giallorossi? Qualora dovesse segnare contro la Juventus, pensa di esultare?
«Chiaramente non esulterò se dovessi segnare contro la Juventus. Sono molto curioso di vedere cosa succederà questa sera. So che questa è una piazza calda».

Nel calcio oggi ci sono sempre meno giocatori che tentano il dribbling. Lei è uno di questi.
«Il calcio è cambiato tanto, ci sono meno dribbling. Alla fine quello che conta è il risultato finale, tutti vogliamo vincere e questo deve essere l'obiettivo. Farò quello che mi chiederà il mister ma continuerò a fare il mio gioco».

Totti e la maglia numero 10

In questi primi giorni quali sono state le principali differenze che ha notato con la Juventus? Totti ha inciso sulla sua scelta? 
«E' da poco che sono qui e ancora devo imparare i nomi di tutti. Vedo però una società e un club molto organizzato. Mi stanno aiutando in tutto a me e alla mia famiglia. Con Francesco ci ho parlato alla partita di Eto'o ma non c'era ancora la certezza di arrivare. Lui mi ha parlato molto bene di Roma ma non ci siamo sentiti in questi giorni».

Ci può spiegare perché è finito il suo rapporto con la Juve?
«Il direttore Arrivabene è stato chiaro nelle sue dichiarazioni: avevamo un accordo da firmare ad ottobre, poi la società ci ha chiesto di aspettare e a marzo abbiamo avuto la notizia che non facevo più parte del futuro. Non è stato un problema economico, come tanti hanno detto, ma la società col mister hanno preso altre decisioni. Ho detto che se era la loro scelta, per me non era un problema».

 

Molti hanno detto che è la piazza giusta per te, secondo te perché?
«Ho parlato con i proprietari e il direttore, mi hanno trasmesso sicurezza nel progetto, sapendo come la Roma si sta costruendo non ci sono stati molti dubbi».

Il futuro di Zaniolo

Si è parlato molto della clausola, è un atto di fiducia reciproco? C'è voglia di avere un rapporto lungo?
«Penso solo al campo, ad allenarmi e a giocare, è una domanda per il direttore e i miei procuratori. Spero il futuro sia felice per tutti».

Pensa che per il discorso legato ai massimi obiettivi, sia importante la conferma di Zaniolo?
«Tutti conosciamo Zaniolo, le sue caratteristiche e quello che può dare. Ho avuto modo di parlare con lui. La scelta è sua. Tutti vogliamo i giocatori più forti, ma non posso intromettermi nel suo futuro. Ci deve pensare lui».

Nella sua prima intervista ha parlato della maglia numero 10: lei ha firmato per 3 anni, ambisce a conquistarla?
«Per me la cosa più importante è che conosciamo chi per ultimo l'ha indossata. Ho rispetto grandissimo per Francesco e per me il numero 21 è molto importante. L'ho indossato in Nazionale e nei primi due anni alla Juventus. Lì ho vinto. Spero che sarà il numero con cui vincerò anche con la Roma. In futuro non si sa, ora sono contento col 21».

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