«Eriksen era morto sul campo»,
e la Danimarca va dallo psicologo

«Eriksen era morto sul campo», e la Danimarca va dallo psicologo
di Alessandro Angeloni
Lunedì 14 Giugno 2021, 07:00 - Ultimo agg. 16:08
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C'è voluto lo psicologo per far passare una notte normale ai giocatori della Danimarca: Eriksen sta meglio, starà in osservazione per un altro paio di giorni, invece loro, che hanno giocato per lui, sono sotto choc. «Get well soon», guarisci presto, il messaggio di un bambino inglese è il messaggio di tutti. Guarire si, tornare a giocare quasi sicuramente no. Perché il colpo è stato grosso, con l'aritmia non si scherza. Il medico della nazionale danese, Morten Boesen, parlando delle condizione di Christian, ha anche raccontato del post partita dei calciatori in albergo in compagnia di «quattro psicologi, facendo dei gruppi di aiuto, così da poter esprimere i propri sentimenti». Giocare non è stata una passeggiata, Eriksen ci teneva. Ma nessuno della Uefa, ha sottolineato il dirigente danese Peter Moller, «ci ha fatto pressione: amiamo il calcio ma il calcio non è il mondo». The show must go on. 

«Christian ha detto che non ricorda molto, era preoccupato lui per noi e per la sua famiglia. È emersa tutta la sua generosità e la sua grandezza come persona. È lui che ci ha chiesto di tornare a giocare». È il retroscena proposto dal ct della Danimarca, Kasper Hjulmand, che racconta di una video-chiamata avuta con Eriksen dopo il malore. «Non dovevamo giocare. Ora speriamo di tornare presto alla normalità. Cercheremo di fare del nostro meglio per onorare la competizione, ho la sensazione che ci riusciremo». Ma Eriksen tornerà a giocare? Probabilmente no, i casi precedenti raccontanto questo. Per ora nessuno si sbilancia, anche perché gli accertamenti sono ancora in corso. «Non so come abbiamo fatto a rimetterlo al mondo. Kjaer ha recitato un ruolo importante con il suo primo intervento. Non abbiamo ancora una spiegazione di quello che gli è successo, ma era praticamente morto».

Covid? Escluso, dicono dall'Inter e dalla Nazionale stessa. Sostengono che non abbia preso il virus in passato. Reazioni al vaccino? Nemmeno, non lo ha nemmeno fatto, è la risposta di tutte le parti in causa. L'Inter ora aspetta di conoscere il futuro del suo calciatore, che per ora non può considerare. Ci sono di mezzo assicurazioni, bilanci e non è questo il momento. Sul futuro da calciatore di Eriksen, emblematico il parere di Sanjay Sharma, professore di cardiologia sportiva alla St George's University di Londra e che ha lavorato con Christian al Tottenham. «Non so se giocherà mai più a calcio. Senza mezzi termini, di fatto è come morto, anche se per pochi minuti, ma è morto e il medico gli permetterebbe di morire ancora? La risposta è no». Chiaro, no? 

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Il caso Eriksen è finito anche nel ritiro azzurro. A tessere le lodi dell'organizzazione Uefa, il medico della Nazionale, Andrea Ferretti. «Per quanto possa fare la medicina esiste sempre l'imponderabile e questa ne è la testimonianza. Meglio soffermarsi su quanto è stato fatto per salvare la vita del calciatore. Faccio parte della commissione medica della Uefa che da anni investe in questo e che aveva programmato proprio l'assistenza per tale tipo di eventi, organizzando corsi per medici del calcio e diffondendo alle singole federazioni i programmi di questi corsi. Se Eriksen è ancora in vita lo deve alla tempestività dei medici e all'organizzazione messa in atto dall'Uefa. Diffusione e uso del defibrillatore: questa è l'occasione per lanciare un appello affinché operatori e gente comune imparino i principi di base della rianimazione». 

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