Italia, Mancini vuole il massimo:
«Siamo partiti con questo obiettivo»

Italia, Mancini vuole il massimo: «Siamo partiti con questo obiettivo»
di Bruno Majorano
Sabato 3 Luglio 2021, 07:44 - Ultimo agg. 17:33
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A gloria non si va senza fatica. Lo sa l'Italia e lo sa Roberto Mancini che infatti sorride, eccome se sorride dopo gli ultimi minuti di paura. E in semifinale ci andiamo noi. Con merito, sia chiaro. Perché al netto di un finale da brividi, la Nazionale domina il Belgio (prima nel ranking Fifa) alla sua maniera: con coraggio e palleggio. «Ma non è vero che abbiamo sofferto. Solo nel finale, ed era fisiologico», ci tiene a precisare il ct.

Perché questa è la sua Italia, l'Italia di Mancini. Dall'inizio ha difeso le sue scelte, portandole avanti senza mai guardarsi indietro. E anche contro il Belgio, nella prima partita vera del suo Europeo, si è affidato ai suoi fedelissimi. Mentre tutta Italia invocava Locatelli e Pessina, Mancio ha confermato Verratti e Barella. Scelta che paga, visto che il regista del Psg è protagonista nel giropalla azzurro dimostrando gamba, ma soprattutto quella personalità che conta in partite così.

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E poi Barella. Il gol è uno spot per il centrocampista moderno, quello che riceve palla in area di rigore - non esattamente il suo habitat naturale - lo controlla, salta l'uomo e calcia in porta senza pensarci su nemmeno una volta: tiro a incrociare e rete che si gonfia alle spalle del portiere. Il centrocampo è il fiore all'occhiello di Mancini, che dopo aver investito Jorginho del ruolo professore (non c'è azione che non parta dai piedi dell'italo-brasiliano) gli ha costruito attorno una sorta di gabbia dorata con i muscoli e i polmoni di Barella affiancati dai piedi buoni e dal fosforo di Verratti.

Il primo tempo dell'Italia è tutto lì: con la mediana protagonista, a palleggiare senza paura davanti a Tielemans e Witsel che alla lunga finiscono per uscirne con una testa così. «Abbiamo meritato di vincere, sono stati straordinari i ragazzi. Siamo stati bravi. Potevamo fare anche qualche gol in più è stata una partita molto aperta. La sofferenza solo un po' alla fine quando ci siamo dovuti difendere, ma ci sta. Avevamo speso tanto. Non avevamo un risultato minimo all'inizio. Siamo partiti per il massimo e la strada è ancora lunga, vedremo quello che sarà. Per ora godiamoci la vittoria, poi penseremo al resto, alla Spagna e alla prossima partita», eccola qui tutta la soddisfazione di Roberto Mancini che adesso dovrà fare a meno di Spinazzola. Ecco l'unica vera brutta notizia della serata per l'Italia che perde per infortunio (rottura del tendine di Achille e torneo finito) il suo terzino destro, probabilmente uno dei migliori in questo Europeo «La situazione di Spinazzola sembra grave, speriamo di no. Mi ha colpito vederlo in lacrime».

Il raddoppio è figlio diretto del ct, perché se c'è un uomo che ha coccolato Insigne come nessuno, quello è Roberto Mancini. E il capitano del Napoli ha ripagato la fiducia con un gol da numero 10, davanti al ct più numero 10 della storia della Nazionale. In quel tiro a giro c'è tutta la genialità di Lorenzo unita a tutta la fiducia da parte di Mancini. Un messaggio che il ct lascia passare a tutta la squadra nell'intervallo, quando la Nazionale torna in campo dopo il rigore di Lukaku sul tramonto del primo tempo, quando gli azzurri pensavano già di essere nello spogliatoio avanti di due gol. Ma Mancini è anche questo, l'uomo senza macchia e senza paura. La giacca la mette via praticamente subito, dopo nemmeno un minuto perché sa benissimo quando ci sarà da soffrire e sudare accanto ai suoi ragazzi in campo.
 

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