Quagliarella, docufilm sullo stalking:
​«Ecco perché andai via da Napoli»

Quagliarella, docufilm sullo stalking: «Ecco perché andai via da Napoli»
Martedì 26 Ottobre 2021, 19:35
3 Minuti di Lettura

Il documentario 'Quagliarella-The Untold Truth', presentato alla sala Grecale dei Magazzini del Cotone di Genova, ha lanciato in Italia la nuova Ott, televisione indonesiana on demand, 'Mola tv' che trasmetterà dal 29 ottobre prossimo. All'evento hanno preso parte oltre al protagonista del film e capitano della Sampdoria, Fabio Quagliarella, l'Executive Producer di Mola Tv, Mirwan Suwarso e il direttore di Mola Italia nonché autore del film documentario su Quagliarella e sulla sua storia.

«In un primo momento quando mi hanno prospettato l'idea di un documentario - ha raccontato Quagliarella - ero molto scettico perché non ho avuto la carriera di Totti, Del Piero e altri. Ma ho avuto questa particolarità della mia vita. Faccio fatica a parlarne, aprire di nuovo quella voragine, perché la devi riaprire in quel caso, tu devi snocciolare tutto».

Il film racconta infatti in parallelo la carriera da calciatore di Quagliarella e gli anni di minacce e calunnie nei suoi confronti con accuse pesanti all'attaccante e alla sua famiglia sino alle minacce di morte, da parte di quello che si è scoperto poi essere un funzionario di Polizia, condannato in via definitiva a 4 anni e 8 mesi ed arrestato nel 2019 che aveva per anni 'stalkerizzato' il giocatore, i suoi familiari e i suoi amici.

«Subito avevo detto poi vediamo - ha ammesso Quagliarella di fronte all'idea di un film sulla sua storia -. Col passare del tempo mi sono fidato dell'autore e di tutta la sua troupe. Poi piano ci siamo aperti io e la mia famiglia».

Alla prima del film hanno partecipato tutti i componenti della squadra blucerchiata e via video, trasmessi prima del Film, sono arrivati i saluti dei suoi ex tecnici come Conte, Ranieri, Lippi e Giampaolo. Oltre che degli ex compagni Pirlo, De Silvestri, Soriano e Viviano.

Sul palco anche Leonardo Bonucci per anni compagno di stanza di Quagliarella alla Juventus.

«E’ piu’ semplice segnare da meta’ campo che ripercorrere quella vicenda - ha detto il 38enne attaccante di Castellammare di Stabia della Samp a fine proiezione - il documentario ti fa ripercorrere le tappe salienti della carriera e della vicenda, ti fa male - ha aggiunto Quaglia - io sono introverso e non aver dato anche ai miei ex compagni di squadra come Leo (Bonucci ndr) e altri la parte gioiosa di me, perché difficilmente ero partecipe, perché dentro ero morto, mi è dispiaciuto. E dispiace per quello che ha subito la mia famiglia».

L’epilogo della vicenda, con la condanna a 4 anni e 8 mesi per lo stalker Raffaele Piccolo, è coinciso con l’arrivo a Genova, alla Samp, del giocatore. «La Samp mi ha aiutato a ritrovare entusiasmo per questo sport: il mio ritorno a Genova è coinciso con la chiusura di questa vicenda. Qui mi sono sentito sempre a mio agio e sono contento di aver dato il meglio di me con questa maglia».

Nei giorni scorsi Quagliarella aveva raccontato la vicenda anche in una lunga intervista a Sky. «Da quando c'è stata la sentenza è cambiato tutto, posso vivere la quotidianità che mi era stata tolta e sono libero di testa. Potevo a quel punto allenarmi spensierato e pensare solo al calcio e a fare gol, cose che prima non potevo. Dovevo pensare anche a quello che poteva succedermi fuori dal campo. Da quel momento sono rinato io e anche la mia famiglia».

Nelle parole dell'attaccante anche il dispiacere di essere andato via da Napoli proprio per quella vicenda. «Mi premeva moltissimo quella cosa: non poter vivere serenamente tra la gente o non andare a trovare la mia famiglia non era possibile. In tanti non avevano capito ma dopo la sentenza ho avvertito dalla mia gente e dai napoletani un affetto grandissimo. Ci sono persone che adesso mi abbracciano, alcuni mi chiedono scusa ma io rispondo che nessuno deve chiedermi scusa, perché nessuno sapeva niente».

© RIPRODUZIONE RISERVATA