Forbes sceglie Fabrizio Romano:
«Io, tra social e calciomercato»

Fabrizio Romano scelto da Frobes: «Io, tra social e calciomercato»
Fabrizio Romano scelto da Frobes: «Io, tra social e calciomercato»
Giovedì 5 Maggio 2022, 14:20 - Ultimo agg. 6 Maggio, 11:25
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Forbes, rivista statunitense di economia, ha reso pubblica la classifica degli under 30 europei che nel corso dell'ultimo anno si sono distinti positivamente in diversi ambiti. Trecento nomi, suddivisi in dieci categorie: intrattenimento, finanza, arte e cultura, impatto sociale, media e marketing, sport, scienze e salute, industria e settore manufatturiero, tecnologia e infine e-commerce.

Tra i dodici italiani menzionati dalla rivista - quattro di questi si sono guadagnati la copertina della rispettiva categoria - uno è napoletano: Fabrizio Romano, giornalista sportivo classe 1993 che oggi vanta oltre 20 milioni di follower spalmati sulle diverse piattaforme social. Negli ultimi anni, Romano è diventato famoso per la sua capacità di svelare retroscena di calciomercato, una figura che nel giornalismo americano chiamano insider. Tra le sue attuali collaborazioni figurano il londinese Guardian e Sky Sports.

Forbes l'ha scelto per aver creato forse qualcosa che prima in Italia non c'era. Oggi i giovanissimi non dicono più «questa notizia l'ha data il quotidiano x», ma «lo ha detto Fabrizio Romano». Una grande mano in questo senso gliel'hanno data i social network.
«I social sono sempre stati il mio “segreto nuovo” - racconta al Mattino -, in quello che è l'approccio nuovo che cerco di avere con il giornalismo sportivo. Ho avuto la fortuna di iniziare molto presto, avendo avuto l'opportunità di entrare in una realtà come Sky, appena diciannovenne, che può aprirti infinite porte. Poi ho provato ad evolvere, utilizzando le lingue e portandole sui social. Usare quindi strumenti che quando ho iniziato ancora non esistevano, nessuno immaginava che avremmo potuto fare i giornalisti in questo modo. I social oggi sono diventati la fonte primaria dove venire a sapere le notizie, poi resta l'importanza delle fonti tradizionali per verificarle. La mia idea quindi è stata quella di portare il calciomercato italiano e anche quello internazionale sui social, utilizzando le lingue. Per me è una cosa automatica, perchè legata al mondo in cui viviamo: i social sono il pane quotidiano di tutti. E poi le persone oggi sono ossessionate in senso positivo dal calciomercato».

Il suo approccio ha aperto una strada, ma oggi c'è ancora la possibilità di seguire le sue orme? Anche perchè di Fabrizio Romano ce n'è già uno...
«Penso ci sia sempre possibilità per tutti: queste piattaforme si evolvono continuamente e nel giro di ogni pochi anni cambiano le proprie dinamiche, quindi bisogna farsi trovare sempre pronti per il prossimo social. Io non credo di essere l'unico, anzi: credo che si stia formando un'idea di giornalismo che passa anche dai social. È importante capire che prima di poter mettere qualunque cosa sui social è necessaria una base di giornalismo tradizionale.

Io lavoro con i social, ma se non leggo i quotidiani tutte le notti non riesco ad avere una visione globale, nonostante non abbia mai lavorato in italia per un giornale tradizionale. L'affidabilità dei media tradizionali per me resta fondamentale e sacro, poi si può applicare quel tipo di conoscenza sui social magari con un modo di comunicare diverso».

A proposito di piattaforme: tra quelle esistenti le ha sperimentate praticamente tutte. Su quale dovrebbe puntare oggi un giovane giornalista?
«Twitch mi sembra la piattaforma più interessante. Offre la possibilità di creare veri e propri canali con attività editoriali autogestite, dove si possono produrre i propri contenuti e diffonderli al momento giusto nel modo giusto. Mi sembra anche il social più adatto per il calciomercato, sia in Italia che all'estero ci sono tanti canali che stanno avendo successo. Chiaro che anche i social “tradizionali” come Instagram si evolveranno, con una comunicazione più rapida, più video, più comoda. Quello che accade ad esempio su Twitch durante l'ultimo giorno di calciomercato per me è molto esaltante, mi seguono tantissime persone oltre che calciatori. Ho saputo che, durante il deadline day del mercato di gennaio, persino l'attaccante del Barcellona Ousmane Dembelé guardava la mia live...».

Calandoci nel ruolo dell'insider: come è cambiato il suo modo di lavorare con la pandemia?
«Per me è totalmente cambiato. Negli anni prima del Covid trascorrevo l'estate e il mese di gennaio a girare per Milano, alla ricerca di notizie, di incontri, di contatti. Con la pandemia queste cose restano, ma ci siamo tutti abituati al contatto più telefonico e video che quello di persona. Quindi è cambiato anche il modo di lavorare: prima giravo per strada pensando “vediamo che succede”, oggi lo faccio quando so che sta per accadere qualcosa. Anche qui, i social mi hanno permesso di fare un salto in avanti: quando ho iniziato avere il contatto di una persona del mondo del calcio era più complicato, oggi grazie a Instagram, Twitter e le altre piattaforme puoi riconoscere da subito».

Un'ultima battuta sul Napoli, tra delusione e mercato.
«Da quello che percepisco, il ritorno in Champions League è visto in modo positivo. Non era scontato e tornare lì era troppo importante, bisogna sottolineare i meriti di Spalletti. Ma sono anche d'accordo con chi dice che il Napoli quest'anno aveva tutto per giocarsi lo scudetto fino alla fine. Perdere tutto nell'arco di una settimana è stato un peccato, ma gli azzurri hanno dovuto fare i conti anche con infortuni seri di cui le persone spesso si dimenticano. Mercato? Il Napoli ha obiettivi importanti. Olivera è già chiuso, Kvaratskhelia è un'operazione da non sottovalutare. Lo voleva anche il Tottenham un anno fa. Il prossimo colpo sarà sicuramente di livello. Hamed Traoré piace tantissimo, ma la prima proposta verbale non ha convinto il Sassuolo. Interessa anche Armando Broja del Southampton, un attaccante moderno che farebbe comodo agli azzurri».

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