Gattuso riparte dal Valencia:
«Io razzista? Adoro Koulibaly»

Gattuso riparte dal Valencia: «Io razzista? Adoro Koulibaly»
di Antonio Moschella
Venerdì 10 Giugno 2022, 07:00 - Ultimo agg. 20:01
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Un anno dopo aver lasciato Napoli, Gennaro Gattuso affronta una nuova sfida in una piazza calda che necessita di uno scossone importante. Il Valencia, da anni in una situazione tormentosa a livello societario, ha puntato sul tecnico calabrese, il quale ha firmato un contratto di due anni. La volontà del club è quella di trovare un cambio di direzione, secondo le parole del direttore generale Sean Bai, presente al suo fianco in conferenza stampa. Questo cambio non spaventa il tecnico calabrese, che riparte da un altro ambiente complicato, dove gli ultimi risultati sono stati deludenti. Tempestato di domande sullo stato economico del club, non in una situazione idilliaca, Gattuso è stato chiaro: «Con il presidente ho parlato di obiettivi, ma non so a quanto ammontino i debiti della società». È apparso convinto della sua scommessa, il campione del mondo, che ha alternato un discreto spagnolo all'italiano nel suo atto di presentazione, dove ha elogiato la sua nuova società: «Appena arrivato qui ho visto le strutture e ho capito di trovarmi in un gran club, come lo sono il Napoli e il Milan. In realtà importanti come queste, e Valencia lo è, non è difficile fare calcio. Difficile è farlo a Sion, a Creta, a Pisa, dove ho mosso i primi passi come tecnico».

L'ex allenatore del Napoli si è anche da varie accuse di sessismo e razzismo riguardanti suoi episodi del passato: «Non uso i social, ma sono stato massacrato. Ma sono pronto a rispondere punto su punto. Per quanto riguarda le donne: quindici anni fa, quando non c'era il politically correct, parlai di Barbara Berlusconi che rimpiazzava Galliani e dissi che mi sembrava difficile che una ragazza di 28 anni potesse fare meglio di un dirigente con 25 anni di esperienza».

Per quanto riguarda il razzismo la polemica nacque dopo i buu' a Boateng in un'amichevole del Milan con la Pro Patria: «Allenavo il Sion, mi chiesero e dissi che erano quattro imbecilli e secondo me non bisognava dargli peso. Io vengo dal Sud, ho preso insulti di tutti i tipi, ho allenato Koulibaly, Boateng, Bakayoko, ho tre persone di colore nel mio staff. Non sono in alcun modo razzista, trovo persino surreale dovermi giustificare».

Un concetto è stato sottolineato dall'ex allenatore azzurro, il senso di appartenenza, un senso sul quale ha detto di essersi sempre basato in passato e che dovrà inculcare nei giocatori di un club dove i contratti di alcuni giocatori importanti come Soler e Gayá, il capitano, scadono a giugno del 2023, e che ha bisogno di vendere pezzi importanti come il portoghese Guedes. Gattuso ha sottolineato il suo entusiasmo per il ritorno in panchina: «In quest'ultimo anno non ho lavorato per scelta. Ho scelto il Valencia dopo aver trattato con sette o otto squadre, e l'ho scelto perché nella mia vita ho vissuto situazioni incredibili. Non va dimenticato che sono stato uno dei primi italiani ad andare a giocare all'estero a 17 anni. Quando ho avuto la proposta del Valencia ho pensato che valesse la pena lavorare e soffrire per fare bene in un grande club». 

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