Figc, Gravina e gli stadi vuoti:
«Come un corpo senz'anima»

Figc, Gravina e gli stadi vuoti: «Come un corpo senz'anima»
Sabato 26 Settembre 2020, 16:18 - Ultimo agg. 17:41
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«Lo stadio è luogo di aggregazione, il calcio viene visto come azienda atipica, cronicizzata nel tema delle perdite. Noi abbiamo un prodotto che poniamo sul mercato che è l'evento sportivo, ci sono dei mezzi di produzione, come in tutte le aziende, che sono i calciatori, e il consumatore, che è il tifoso. È chiaro che all'interno dello stadio, agorà classico per stare tutti insieme, abbiamo visto che senza pubblico è triste e monco. Un corpo senz'anima. Quindi è fondamentale avere il pubblico, ma sappiamo che la riapertura dovrà avvenire con la massima gradualità e proporzione delle strutture». Lo ha detto oggi il presidente della Figc, Gabriele Gravina, intervenuto durante il panel «Le imprese motore dell'Italia», in occasione della Giornata Evento organizzata dall'Osservatorio Economico e Sociale «Riparte l'Italia» a Bologna.

«Ho condiviso con Conte e Speranza di dare priorità a una macroarea della nostra vita che è la scuola. Attendiamo i risultati, sperando che ci sia un rimedio veloce alle criticità espresse in questi primi giorni e che in tempi rapidi ci sia un vaccino che ci metta in sicurezza. L'auspicio è che ci sia una riapertura graduale degli stadi, ma coerente con le norme di sicurezza».

«Si parla del calcio in maniera superficiale, come un mondo di privilegiati, che può essere equiparato al superfluo, ma si dimentica che impatta per l'1,5 percento sul prodotto interno lordo del nostro Paese. È un mondo che lavora su circa 5 miliardi di ricavi.
L'impatto del calcio influisce anche su 12 settori merceologici diversi, coinvolgendo un milione e quattrocento mila tesserati - credo sia la prima associazione di raggruppamento per numero di associati -. È un mondo che disputa ogni anno 570 mila gare, che ogni giorno dà vita a 1.600 gare, una partita ogni 55 secondi. Questo è il mondo del calcio -conclude Gravina-. C'è una dimensione fondamentale della socialità, dell'aggregazione, che porta 30 milioni di italiani a seguire in tv le partite». 
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