Arsenal, il Gunnersaurus a rischio licenziamento salvato da Ozil tra le polemiche

Arsenal, il Gunnersaurus a rischio licenziamento salvato da Ozil tra le polemiche
Arsenal, il Gunnersaurus a rischio licenziamento salvato da Ozil tra le polemiche
di Benedetto Saccà
Lunedì 14 Dicembre 2020, 05:55 - Ultimo agg. 24 Marzo, 00:08
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Ognuno ha i suoi problemi. E questo è chiaro in tutto il pianeta. L’Arsenal, ad esempio, ne ha uno in apparenza assurdo o, nella migliore delle ipotesi, totalmente lunare, eppure capace di mescolare migliaia e migliaia di tifosi nel frullatore impazzito dei social. Al centro del gran dibattito c’è una figura piuttosto particolare. È un oggetto ma ha un’anima umana. Cammina e si muove, però non è vivo. Si tratta, sorprendentemente, magicamente, di un pupazzo. Non ci credete? Ladies and gentlemen, ecco a voi il Gunnersaurus. Chiii? Ma il Gunnersaurus, è ovvio. D’accordo, molti non sapranno nemmeno pronunciare la parola, figurarsi indovinare che cosa sia. 

Dunque. Molto semplicemente il Gunnersaurus è la mascotte dell’Arsenal. Lo avrete certamente visto prima di qualche partita, se siete pazzi della Premier League. È un mega dinosauro verde di peluche, con tanto di cappellino dell’Arsenal, maglia dell’Arsenal numero 99, calzettoni, pantaloncini, scarpini (anzi, scarponi), una codona gigante e soprattutto: una faccia simpaticissima e carina e coccolosa.

Tra le altre cose sarà alto almeno due metri e mezzo. Essendo tecnicamente un costume da indossare, dentro al Gunnersaurus vi è una persona che, di mestiere, fa il Gunnersaurus. Geniale. Poiché è goffo e morbidone, il Gunnersaurus è amato da tutto il popolo dell’Emirates Stadium e perfino dai giocatori. Solo che negli ultimi mesi si è inavvertitamente ritrovato invischiato in una sorta di faida tra bande all’interno del club.

Cosa sarà accaduto di così grave? Ecco una breve e riepilogativa sintesi a beneficio dei frettolosi del web. Quindi. Durante il tragico lockdown di aprile/maggio gli alti dirigenti della società Arsenal Football Club si sono accorti di avere il bilancio in disordine e con gran lungimiranza hanno deciso di tagliare il tagliabile. Ovvero. Oltre cinquanta dipendenti in tronco, poi una parte ridicola dei compensi dei calciatori e naturalmente anche il povero Gunnersaurus, vale a dire chi lo animava: e cioè: mister Jerry Quy. Ora. Jerry Quy a molti potrebbe sembrare un nome da nulla e a tratti insignificante: ma bisogna sapere che Jerry Quy aveva cominciato a essere l’anima della mascotte nel 1993 – l’enormità di 27 anni fa – e tra il ‘93 e il 2007 aveva prestato la propria opera senza ricavarne mezza sterlina. Gratis? Gratis. 

Fa capolino, a questo punto della storia, il profilo di Mesut Ozil. Perché? Perché Mesut Ozil, dopo aver rifiutato il taglio dello stipendio del 12% in modo piuttosto sorprendente (dopotutto parliamo di un signore che guadagna appena appena 20 milioni di euro l’anno...), forse intuendo di aver fatto una figura imbarazzante, si è schierato pubblicamente in difesa del Gunnersaurus e della sua anima Jerry Quy. «Fermi tutti, lo stipendio di Jerry lo pago io», gelò tutti su Instagram. E mentre i tifosi già avevano dato vita a una raccolta di fondi per salvare il povero e simpatico Gunnersaurus, la situazione sembrava essersi risolta. Almeno fino a qualche settimana fa.

Il 13 novembre – il venerdì di una settimana senza partite – alle ore 14.47 tale Daniel Quy, che poi si scoprirà essere il figlio di Jerry Quy, emette su Twitter un post titolato «Gunnersaurus, è ora di un po’ di chiarezza e dell’addio». Boom. Rivela e spiega, infatti, Daniel che ci sarebbe stato un disdicevole e drammatico scambio di persona, perché il Gunnersaurus è sì tornato a bordo campo, ma non vive più grazie a Jerry, bensì a qualcun altro. Colpo di scena. Inaudito. Sbigottimente generale. E logicamente subito è inferno, svenimenti, scene di panico. Il tweet riceve 2.267 retweet, 577 tweet di citazione e 10.976 Mi piace. I profili ufficiali della mascotte gigante – solo su Instagram raccoglie oltre 209 mila follower – sono tragicamente ingolfati. Tremano le mura della cittadella rossa e bianca. «Mio padre ha servito lealmente l’Arsenal nel ruolo amatissimo di Gunnersaurus. Ma in risposta alla pandemia il Gunnersaurus è stato parte del taglio dei costi», attacca a testa bassa Daniel. «Comprensibilmente non è stato più un ruolo full-time e il Gunnersaurus ha perso il suo cuore e la sua anima. Sfortunatamente l’Arsenal non è riuscito a trovare un modo per includere mio padre nei piani part-time e non gli hanno neanche dato la possibilità di essere lui stesso a passare il testimone. Forse vedono anche lui come un dinosauro estinto. “Comportarsi con classe” è un valore dell’Arsenal e mio padre l’ha sempre onorato. E non credo che invece l’Arsenal lo abbia fatto, visto il modo in cui è finito questo viaggio». Choc assoluto. 

La rivelazione produce e provoca commenti incandescenti e talora volgarissimi. E, per ragioni di ordine pubblico, non viene nemmeno rivelata l’identità del nuovo uomo (o donna, chi lo sa) che adesso dà la vita al Gunnersaurus. Jerry Quy, intanto, è travolto da un’ondata di affetto. E purtroppo dovrà trovare un nuovo impiego. Quel simpatico sorrisone verde, d’altronde, gli manca già.

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