Un grande buio durato tre mesi, più o meno la metà di quello che solitamente appartiene alle regioni più vicine al polo nord. Dall'11 luglio al 17 ottobre 2020: tanto è durato il periodo oscuro di Josip Ilicic. Una stella cancellata dalle tenebre di un momento difficile della propria vita.
La luce (ma non il genio) si è spenta come un interruttore che un attimo prima è su e l'attimo dopo è giù. L'11 luglio è stata l'ultima partita dello sloveno prima di quelle che da tutti sono state chiamate «vacanze extra». Tante, troppe, voci sulle condizioni della stella dell'Atalanta, rientrato nel suo Paese per superare un momento psicologico difficile. Impossibile restare a Bergamo, con la testa sul campo, sull'Atalanta e sulle partite. Senza di lui, infatti, Gasperini ha sfiorato l'impresa nella final four di Lisbona in Champions, ma ha centrato la qualificazione tra le prime quattro nella scorsa serie A. Intanto il buio di Josip non è mai svanito. Pochi segnali di ripresa, ma Gasperini non ha mai smesso di aspettarlo, fino all'inizio della stagione in corso, quando ha deciso di schierarlo dal primo minuto a Napoli (il 17 ottobre scorso), nella gara finita 4-1 per gli azzurri.
Solo da quel giorno è iniziata la marcia di risalita. Con il primo gol (a novembre contro il Liverpool in Champions) e le prestazioni in continua crescita.
Con il passare delle giornate è tornato quel giocatore capace di spostare gli equilibri: perché ha gamba, tecnica, tiro e visione gioco come nessuno nella rosa dell'Atalanta. I compagni lo cercano sistematicamente quando sono in difficoltà e lui è sempre lì, col braccio alzato per farsi trovare pronto a ricevere la palla e trasformarla in oro. L'ultima magia sabato pomeriggio contro il Torino quando anche con un suo gol l'Atalanta ha messo subito la freccia sui granata portandosi avanti 3-0 dopo 20'. È stato sostituito dopo un'ora senza poter aiutare i compagni ad evitare la rimonta poi riuscita al Torino per il 3-3 finale.