Ilicic squarcia il buio, a Napoli l'Atalanta ritrova il suo genio

Josip Ilicic
Josip Ilicic
di Romolo Buffoni
Venerdì 16 Ottobre 2020, 19:40 - Ultimo agg. 17 Ottobre, 06:28
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Con quella faccia un po' così, quell'espressione un po' così e con quel fisico che a vederlo fra gli altri 21 in campo non lo diresti appartenere ad un atleta. Sono i piedi, con palla annessa, a fare di Josip Ilicic un fuoriclasse accecante, un top-player di quelli capaci di cambiare le sorti di una partita e di una stagione.

Lo sloveno è tornato "a riveder le stelle", dopo un viaggio negli inferi dei suoi demoni personali che lo avevano allontanato dalla squadra dall'11 luglio scorso.

Il Covid non c'entra o, meglio, non è stato il protagonista principale della vicenda umana di Josip messo ko nell'anima anche da quelle scene di una Bergamo assediata dal male, da bare spedite lontano su automezzi militari in una città scossa ogni giorno tra febbraio e marzo dalle sirene elle ambulanze e dalle campane a morto delle chiese. «Il virus si è portato via anche due miei cari amici», spiegò Ilicic prima di ritirarsi a casa sua, in Slovenia, tra le braccia della moglie Tina e a portata di baci delle sue due bambine Victoria e Sofjia.

Bergamo lo ha aspettato come si fa con un figlio al quale si vuole un bene dell'anima e di cui si conoscono le doti. Del resto uno dei segreti di questa Atalanta di Gasperini è quello della squadra formato famiglia, diretta emanazione di un popolo molto orgoglioso della propria identità e delle proprie radici. Oggi il Gasp ha potuto riscrivere il nome Ilicic con il suo numero 72 nella lista dei 22 convocati per la trasferta di domani pomeriggio a Napoli: «Josip Ilicic si allena molto bene con noi da settimane, fa parte della squadra e viene con noi in trasferta», ha annunciato trionfalmente l'allenatore. Gasperini lo stima fin dai tempi di Palermo: tutti guardavano l'estro di Pastore, il Gasp era rapito dalla genialità dello sloveno. Gli ultimi lampi, accecanti, in Champions League col Valencia: 5 gol tra San Siro il 19 febbraio e il Mestalla, a porte chiuse, alle soglie del picco pandemico, il 10 marzo, con quaterna tutta sua. Poi è calato lentamente ma inesorabilmente il buio, fino all'11 luglio (ultima apparizione in campo contro la Juve) e due giorni dopo convocato ma alla fine nemmeno in tribuna contro il Brescia. Josip era già andato via, a giocare la partita più difficile. E' tornato da vincitore.

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