«Come Antognoni e Totti: Lorenzo
è il magico 10 che può far vincere»

«Come Antognoni e Totti: Lorenzo è il magico 10 che può far vincere»
di Bruno Majorano
Domenica 6 Giugno 2021, 08:46 - Ultimo agg. 17:50
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Nel Mondiale del 1982 il numero 10 era Antognoni e di qualità ne aveva da vendere. Lo sa bene Fulvio Collovati che a distanza di anni lo ricorda ancora molto bene. Da difensore è sempre stato molto attento al talento degli attaccanti e in particolare dei numeri 10. Perché anche con i piedi lo stesso Collovati si divertiva parecchio.


E oggi che effetto le fa vedere Insigne indossare quella maglia in Nazionale?
«Una bella responsabilità, ma gli calza a pennello».

Perché?
«Insigne è al centro di questo progetto. È diventato un intoccabile per Mancini e non me ne stupisco. La nostra Nazionale ha sempre avuto grandi numero 10, da Antognoni a Totti, da Baggio a Zola e a livello tecnico e di qualità Insigne è sullo stesso livello di questi grandissimi. Certo, gioca in posizione più decentrata, ma penso possa dare un contributo decisivo anche partendo da lì».

Che tipo di contributo?
«Beh, è uno che può fare gol, assist e decidere la partita in qualunque momento».


Come valuta il suo apporto in Nazionale?
«Di sicuro il sentirsi al centro del progetto lo aiuta ad avere sicurezza dei propri mezzi».


Cosa è cambiato rispetto al passato?
«Basterebbe rispondere così: il commissario tecnico».


Ovvero?
«Lorenzo ha sempre avuto grandi qualità ma non era al centro del progetto. Era messo in discussione. È maturato ed è diventato il giocatore simbolo. Indipendentemente dal ruolo».


Cosa ne pensa del rapporto tra lui e Mancini?
«Roberto era un giocatore simile a Insigne.

Anche lui era un numero 10 e, quando si tratta di talento, non si può discutere. Lui e Lorenzo parlano la stessa lingua calcistica».


Cosa si aspetta da Lorenzo nell'Europeo oramai alle porte?
«È arrivato il momento in cui deve essere decisivo. E mi aspetto che possa esserlo. Ha l'età giusta per prendere in mano questa Nazionale e l'Europeo arriva nel momento giusto. Lui è il primo a sapere perfettamente che un carro del genere passa raramente e che deve salirci. Alla sua maniera: con classe e personalità».


Dicevamo dell'effetto Mancini su tutta la Nazionale...
«Roberto è riuscito a riportare entusiasmo perché ha dato gioco alla Nazionale e anche una bella aspettativa da parte dei tifosi. Da quanto tempo non si parlava di una Nazionale tra le prime 4? Merito di Mancini che ha ridato credibilità a tutto il movimento italiano. Erano anni che on si parlava in termini così positivi. E il suo progetto è tutto sviluppato intorno al gioco. Mancini è stato bravo nel fare innamorare della maglia della Nazionale tutti gli italiani. A partire dai giocatori che fino a qualche tempo fa mettevano i propri club al primo posto e la Nazionale dopo».


Chi altro sarà decisivo oltre Insigne?
«Per fortuna stanno tutti molto bene. Berardi si è guadagnato una posizione di primissimo piano e Jorginho è una realtà».


Raspadori alla Pablito?
«Gli auguro di fare anche solo la metà di quello che ha fatto Paolo Rossi, perché parliamo di un attaccante che ha vinto un Pallone d'oro ed è stato inarrivabile».

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