Parla Pimenta, l'erede di Raiola: «Mino mi chiedeva di essere felice. La Juve voleva Haaland. E nel mercato ho una nuova scommessa»

L'avvocato brasiliano, che si racconta a Sky Sport, assiste anche Donnarumma: «Ad oggi il Psg è stata la scelta giusta, in futuro non si sa mai»

Parla Pimenta, l'erede di Raiola: «Mino mi chiedeva di essere felice. La Juve voleva Haaland. E nel mercato ho una nuova scommessa»
Parla Pimenta, l'erede di Raiola: «Mino mi chiedeva di essere felice. La Juve voleva Haaland. E nel mercato ho una nuova scommessa»
Venerdì 21 Ottobre 2022, 16:32 - Ultimo agg. 16:38
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Rafaela Pimenta è la donna del calciomercato. Avvocatessa da sempre appassionata del mondo sportivo e comproprietaria della "One", la società con sede a Montecarlo che gestisce gli interessi di decine di giocatori di tutto il mondo, i più forti. Era stato Mino Raiola, prematuramente scomparso lo scorso aprile, a fondarla e a scegliere 18 anni fa Rafaela come sua compagna d'avventura, portandola con sè dal Brasile al Principato di Monaco per curare nel corso degli anni i dettagli dei trasferimenti più importanti. Dalla morte del famoso procuratore sportivo, il destino dei campioni più talentuosi è nelle sue mani: Haaland, Verratti, De Ligt, Donnarumma, solo per citarne alcuni.  L'agente si era già raccontata alcuni giorni fa al Daily Telegraph, parlando dell'inizio della sua carriera con Raiola: «Io e Mino abbiamo deciso insieme che lui sarebbe stato il protagonista. Gestiva le trattative e il rapporto con la stampa. Io non avevo bisogno di visibilità, mi andava bene lavorare così perché ero totalmente a mio agio», parlando anche di un episodio delicato: «Quando arrivò la falsa notizia della sua morte, ero negli uffici del Manchester City per il trasferimento di Haaland. Cominciavano a squillare i cellulari, mi chiamavano tutti, compresa sua madre. Dissi che non era vero, calmandoli, ma ovviamente non ero serena, dovevo chiudere l’accordo per Erling, ero lì da una settimana e Mino era molto stanco. Non era morto, ma era questione di tempo». Oggi la Pimenta è stata intervistata da Sky Sport. 

Una donna nel calcio 

Nessun dubbio su cosa la entusiasmi di più nel suo lavoro: «Facevo l’insegnante di diritto e ho sempre voluto fare l'avvocato, presto iniziai ad occuparmi delle leggi sportive e di calcio.

Per me è soprattutto una responsabilità nei confronti delle altre donne, voglio essere d'ispirazione per qualsiasi professione. Similmente ad un avvocato devo difendere il mio cliente, ma il procuratore deve essere una figura che valuta insieme al giocatore, deve essere un rapporto profondo, simile a quello che c'è in famiglia. Tante volte ho incontrato degli interlocutori, non di primo ma di secondo livello, che hanno cercato di sminuirmi in quanto donna. È un mondo molto maschilista». 

Il patrimonio 

Non è mancata una panoramica sull'attuale situzione dei suoi assistiti, il vero patrimonio della società, e qualche aneddoto sul loro percorso, a cominciare da Haaland: «Erling ha un'arma segreta che è il suo papà, non penso che si perderà mai. I suoi contratti? Non ho mai visto un grande giocatore che va a cercare il denaro, il denaro viene. Loro vivono per il calcio. Non sono 10 milioni che ti fanno entrare in campo e rischiare di finire in ospedale, lo fai per vincere. La Juventus? Alcune volte ha chiesto di Haaland ma non posso dire tutto. La presenza di una clausola risolutiva? Qui faccio l'avvocato e non parlo». Su Balotelli: «Mario ha sempre fatto di testa sua e lo fa con felicità». La "One" assiste anche Donnarumma: «In questo momento il Psg è stata la scelta giusta, gioca e non si lamenta. In futuro non si sa mai». Un altro trasferimento record curato dalla Pimenta è stato quello di De Ligt, in estate dalla Juventus al Bayern Monaco: «Sentiva che era il suo momento, il suo progetto era di fare alcuni step nella carriera, vedeva il suo sviluppo in Germania». E sul prossimo talento da lanciare la Pimenta non ha dubbi: «Xavi Simons - classe 2003, oggi al PSV in Olanda - spero che arrivi nel grande calcio europeo. A proposito, ad inizio del mio lavoro tutti i brasiliani volevano arrivare in Italia, non in Inghilterra. Sono sicura che possiamo invertire di nuovo questo trend cambiando il mondo del calcio».

Il rapporto con Mino e le sue ultime parole 

«Mino era molto presente, ed esplosivo - continua la Pimenta -. Si arrabbiava trenta volte al giorno, io mai. Ma quella volta all'anno in cui lo facevo, esplodevo e ci invertivamo i ruoli. Le sue battaglie contro la Fifa? Non penso che abbia fatto delle vere e proprie battaglie, era un dialogo. Ricorderò sempre le sue ultime parole, mi ha chiesto solo una cosa in vita sua, ed è stata anche l'ultima: "Fai quello che ti fa felice, fai quello che ti farà bene. Promettimi che sarai felice"»

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