DONNARUMMA 6
Costretto alla sveglia nella ripresa: evita un paio di gol, poi sfarfalla all’ultimo minuto. Doveva essere la serata degli attaccanti, è stata quella del portiere. Paradossi.
DI LORENZO
La situazione glielo consente e fa l’ala, con Berardi che gli apre spesso la strada. Lui entra anche in area di rigore irlandese, ma sull’occasione gol che ha non esce né un tiro, né un cross. Chance buttata. Difende maluccio nell’unica occasione da rete dell’Irlanda.
BONUCCI
Serata con la palla tra i piedi e quasi senza avversari (tra i piedi). Prova a fare l’uomo in più, ma a volte esagera con i lancioni, alti e lunghi. Meglio quando inventa l’imbucata bassa. Nel finale salva sulla linea una rete dopo un’uscita a vuoto di Donnarumma. Difesa ballerina nel finale.
ACERBI
Ogni tanto fa valere il fisico e risolve da solo qualche sua indecisione. In confusione anche lui nella ripresa.
EMERSON
Più timido rispetto a Di Lorenzo. Un tiro anonimo nel finale. Evanescente.
TONALI
Tanta buona volontà e un po’ di confusione. Si immola con un fallo, che va a interrompere un contropiede pericoloso. Un giallo benedetto. Mancini gli fa giocare un solo tempo. Per giocare a questi livelli serve tanta esperienza in più.
JORGINHO 4,5
Si limita al compitino e a volte gli riesce poco anche quello. Ha perso gamba, ispirazione, geometrie, proprio nel momento decisivo per l’Italia. E quei due rigori gli hanno tolto sicurezza. A marzo servirà un altro Jorg
BARELLA
Va dentro, prova il tiro. Ci mette tanta passione. Ma non basta. Esce esausto e mezzo acciaccato. In queste due partite è mancato il suo sprint.
BERARDI
Il primo spunto porta la sua firma. Dura un quarto d’ora, poi si eclissa.
INSIGNE
Piccolo centravanti in mezzo ai giganti irlandesi. Ha un’occasione d’oro, ma si perde, incespicando sulla palla. Fumoso, poco incisivo.
CHIESA
Qualche ghirigori in velocità, sbattendo il più delle volte contro il muro. Poche occasioni (da gol) e mal sfruttate. Stranito.
CRISTANTE
Un po’ di esperienza in più rispetto a Tonali, ma la serata non ha sbocchi. E lui non è uno da squillo.
BELOTTI
Serviva un po’ di fisicità. Combatte ma non gli capita nulla di interessante da poter raccontare.
BERNARDESCHI
Mancini cerca l’estro in lui, ma non lo trova. E nel finale si fa anche male: stiramento agli adduttori
LOCATELLI
Anche lo juventino affogato nella serata anonima e senza guizzi.
SCAMACCA
La mossa della disperazione.
MANCINI
Giocare con gli attaccanti piccoli è un’idea che ci sta, specie se contro hai i giganti. Ma poi se li cerchi con i palloni alti, se la palla non scorre veloce, diventa complicato. L’Italia doveva vincere segnando tanto, finisce 0-0 e quasi non arriva una sconfitta. Giusto anche andare a guadagnarsi il Mondiale attraverso il play off. Magari ritrovando la via del gol.
PEACOCK-FARRELL
Si spaventa e basta. Ma non deve mai intervenire seriamente. Incredibile ma vero.
DALLAS
Ha il compito di stoppare Chiesa, e più di tanto non soffre nemmeno. Nella ripresa trova coraggio e aggredisce di più, mentre Fede evapora.
FLANAGAN
Tiene botta, a testa alta.
J.EVANS
Un bel bestione, là in mezzo. Morde. Senza grossi patemi.
CATCHART
Personalità, senza paura. Risponde colpo su colpo a chi, tecnicamente, è superiore a lui.
LEWIS
Di Lorenzo è il migliore in campo dell’Italia, almeno nel primo tempo. Da lì arriva qualche pericolo.
MCCANN
Un bel mastino.
S. DAVIS
Difensore e attaccante. Due fasi di ottimo livello.
SAVILLE
Ha la palla buona per far male all’Italia, la tira addosso a Donnarumma. In quel momento segna la Svizzera. Fine.
WHYTE
Gli arriva il pallone con il contagocce. Fa quasi il centrocampista.
MAGENNIS
Fisico da pugile, compagno di avventura di Whyte, fa la sua parte, sportellata dopo sportellata.
WASHINGTON
Cambio per fare numero, quasi nel finale.
EVANS
Vedi Washington.
BARACLOUGH
La squadra fa quel che può: difende e riparte. Nulla di nuovo, ma fatto bene. E nel secondo tempo ha anche un paio di occasioni per fare gol. Chiude senza subire reti. Onora l’impegno, ma non c’erano dubbi.
ARBITRO KOVACS 6
Serata tranquilla per il direttore di gara rumeno, chiamato all’ordinaria amministrazione in un match che non ha avuto sussulti sul piano degli episodi. Anche sul piano disciplinare, Kovacs si è limitato al minimo.