Italia-Austria, e i social esplodono:
«Viva le ingerenze della Chiesa»

Italia-Austria, e i social esplodono: «Viva le ingerenze della Chiesa»
di Delia Paciello
Domenica 27 Giugno 2021, 17:10 - Ultimo agg. 28 Giugno, 08:05
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«Questa sera le ingerenze della Chiesa vanno benissimo»; «Inneggiamo allo Stato laico, ma senza Chiesa in Italia non si va da nessuna parte», ironizza qualcuno cogliendo al balzo le polemiche politiche del momento dopo Italia-Austria. «Ora entra Chiesa e segna», mormorava ogni tanto qualcuno per le piazze virtuali già all’inizio del secondo tempo. «Amen», è stata la risposta del popolo, pronto ad esultare all’avverarsi della profezia. Perché stavolta la preghiera degli italiani è stata ascoltata e proprio l’attaccante della Juventus è riuscito nei tempi supplementari a sbloccare un match difficile e inaspettatamente faticoso contro l’Austria, che fino al 90esimo non ha mollato la presa sognando i quarti di finale di Euro20

Eppure sono stati proprio i cambi di Mancini a fare la differenza in una squadra costretta ai supplementari: forze fresche in grado di dimostrarsi  indispensabili tanto quanto i titolari e approfittare della  stanchezza degli avversari dalla ingente potenza fisica. Nel primo tempo supplementare hanno infatti effettuato quattro tiri in porta, precisamente il doppio rispetto a quanto fatto nei primi 90 minuti di gioco. Ma un gruppo che sa giocare a calcio, che vanta grande intesa fra tutti i 26 chiamati in causa: anche l'assist di Spinazzola da sinistra per il taglio dell'esterno della Juventus sulla fascia mancina dell'Austria è stato infatti un autentico capolavoro. A lasciare libera la fascia all’autore della prima rete è stato Pessina – altro cambio fresco - che si è inserito centralmente costringendo Alaba a stringere e lasciare spazio allo stesso attaccante che è stato poi bravo a stoppare e ribadire in rete la palla  segnando precisamente 25 anni e 12 giorni dopo il gol del padre Enrico (14 giugno vs Repubblica Ceca). 

E dopo il gol di Federico è stato proprio Pessina a raddoppiare: in grado di dare solidità e corsa in mediana e di farsi anche trovare pronto per andare a bersaglio. Quattro gol in 347 minuti giocati: una media di una rete ogni 87 minuti per il centrocampista dell’Atalanta che fa gioire la Patria. «Che bella Italia, grazie Mancini», urla emozionato il pubblico fiero dei suoi e del ct dalle giuste intuizioni. 

 

Bene anche Insigne e Di Lorenzo, attenzionati particolarmente dai napoletani, ma senza particolare luce. Solo un’azione di sfogo che ha mostrato il grande stato atletico del terzino, arrivato anche sotto porta ma poco lucido alla fine. Brillante come sempre invece Jorginho e applausi per Spinazzola. E per fortuna la gioia per il risultato ha placato le maleparole verso Berardi, che non è piaciuto  affatto ai tifosi.

«Era dal 1918 che non facevamo così tanta fatica a battere l’Austria», ammette qualcuno.  Nel secondo tempo infatti qualche batticuore di troppo con due gol fortunatamente annullati dal var per fuorigioco neanche tanto evidente.

Ma la tecnologia questa volta si è rivelata un utile mezzo per ridurre le polemiche post gara verificando in maniera oggettiva l’andazzo dei corpi sulle linee del campo. E in questi momenti di suspense qualche tifoso ha rischiato anche di rimetterci le penne: «Io non so se reggo fino a fine gara», cominciava già a lamentare qualcuno. 

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Apprezzato il Var dopo il lieto fine – un po’ meno il direttore di gara – e allora l’ironia può dilagare: da chi può finalmente gustare due bei wurstel austriaci, a chi può proclamare a gran voce che il pallone è roba da italiani, a loro restano le palle di Mozart per consolazione. A poco è servito bucare la porta di Donnarumma, perché il doppio vantaggio fa sorridere gli azzurri. Anche se è curioso notare che questo è stato il primo supplementare in assoluto tra Mondiali ed Europei in cui tre subentrati hanno trovato il gol. E dopo i corsi e ricorsi storici l’Italia esce vincitrice su un campo di calcio, quello di Wembley, che apre la strada al prossimo traguardo.

Intanto l’Italia ha stabilito il suo nuovo record di successi consecutivi: 12, superando gli 11 stabiliti sempre con Mancini in panchina, nel 2019. Ma anche il nuovo record di partite consecutive senza sconfitte, considerando tutte le competizioni: 31; superate le 30 sotto la gestione di Vittorio Pozzo, tra il 1935 e il 1939.

Altro aspetto interessante riguarda la difesa: nonostante sia arrivato il gol dell’Austria, è bene ricordare che sono passati 1168 minuti di gioco dall’ultimo gol subito (ottobre 2020 contro l’Olanda). Sfiorato il record di 12 gare del 1974, dove tuttavia gli azzurri si fermarono a 1143 minuti senza subire reti. 

Se il passato ci racconta che l’Italia ha raggiunto i quarti di finale in tutte le ultime quattro partecipazioni agli Europei, quest’anno gli italiani sperano particolarmente nel futuro: «C’è una bella energia in questo gruppo, possiamo arrivare in finale», sogna qualcuno. La prossima avversaria sarà una fra Portogallo e Belgio e gli italiani non sanno quale sia peggio da affrontare: da un lato il deluso CR7, dall’altro Mertens e Lukaku, fresco campione d’Italia, con un gruppo solido alle spalle. «Forse è più facile battere Ronaldo e i suoi», si sbilancia qualcuno. Ma quest’anno una cosa è certa: con gli azzurri si sogna in grande.

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