In bilico tra desideri di rivalsa e timori di deliqui tattici ed emotivi, il ct Roberto Mancini si chinerà nelle prossime ore sulla scacchiera della sfida con il Belgio e, con il puntiglio del cartografo, disporrà e muoverà pedine e pedoni. Tanto per avere un’idea, i cambiamenti rispetto alla partita di mercoledì contro la Spagna saranno almeno cinque. Mica facile. E così. E così, in ossequio al tempo che vive l’Italia politica, anche la Nazionale si allinea al camminare lungo il sentiero dei ballottaggi. Ballottaggi e dubbi ovunque, ecco.
I nodi sono intrecciati soprattutto all’attacco e alla difesa – anzi: soprattutto all’attacco, che in assenza, e di Immobile, e di Belotti, vive il terrificante dilemma identitario legato alla presenza o alla mancanza di un centravanti vero, di ruolo, un bomber, tipo il Vieri degli anni Novanta, giusto per capirci. E quindi. Affiora il solito domandone della domenica: ma chi gioca in attacco oggi pomeriggio? I favoriti sono Berardi, Raspadori e Chiesa, dal momento che Chiesa ormai è rotolato dentro i confini dell’irrinunciabilità, mentre Raspadori sembra convincere mooolto più di Bernardeschi, già titolare mercoledì. «Giacomo (che sarebbe Raspadori, ndr) avrà la possibilità di giocare, ma non possiamo dargli tutte le responsabilità», ha segnalato Mancini.
Scrivere però che Raspadori – nato nel febbraio del 2000 – sia certo e sicuro di giocare dall’avvio significherebbe capitombolare in botole di follia, non molto distanti dall’attraversare l’Autobrennero pure di notte. Per cui a guidare le punte potrebbe essere anche Kean, testato nell’allenamento della mattina e reduce da un problema al collo; e non si può escludere dalla lotteria neppure la vivacità di Insigne. «Sicuramente cambieremo diversi elementi. Penso che sia giusto per dare opportunità ai calciatori e darci diverse possibilità di gioco», ha aggiunto il ct. Insomma. Enorme è il bailamme nei cieli immensi della Nazionale campione d’Europa.
Il centrocampo
Venendo al centrocampo, da mezzala sinistra dovrebbe agire il romanista Pellegrini, pronto per partire dall’inizio, specie dopo il gol firmato a San Siro. Barella, poi, ha francamente maggiori probabilità di indossare la maglia da titolare (di mezzala destra) rispetto alla media dei compagni. E non solo. Volendo accreditare Verratti di una panchina garantita, a Jorginho, incluso nella lista dei finalisti del Pallone d’oro – con lo stesso Barella e gli altri azzurri Bonucci, Chiellini e Donnarumma – oggi Mancini potrebbe serenamente rinunciare, offrendo il posto di centrale a Locatelli. Al proposito, Jorginho ha ricevuto l’appoggio del Mancio proprio in tema di Pallone d’oro: «Lo merita lui», ha detto il ct. Comunque. Il ballottaggio tra Barella e Jorginho rimane a galla. E la sorpresona dell’ultimo palpito potrà essere Cristante: a fargli largo sarebbe ancora Barella o una delle punte. Pellegrini, di riflesso, si alzerebbe nel tridente. Too close to call, però – come dicono in America.