C'era una volta il blocco Juve. C'era una volta la Nazionale che era esattamente lo specchio di una squadra di club. C'era una volta il ct che chiamava i giocatori più in base alla squadra di provenienza che al merito in campo. Tutto da dimenticare, perché con Mancini è iniziato un nuovo corso. E allora non stupisce che quella impegnata all'Europeo sia la Nazionale di tutti. I 26 convocati da Mancini, infatti, provengono da nove club di serie A, uno di Premier League e uno di Ligue 1. Più un ultimo - Donnarumma - che al momento è addirittura senza squadra, perché ha il contratto in scadenza con il Milan e sembra destinato a firmare con il Psg un accordo da Paperone. E non c'è gerarchia nemmeno per la classifica, perché del'Inter campione d'Italia ci sono appena due convocati, mentre 3 sono del Sassuolo (fuori dall'Europa) e 2 addirittura del Torino, che fino alle ultime giornate ha lottato per la salvezza.
È vero, non esiste più il blocco Juve, ma nonostante ciò la squadra più rappresentata in azzurro è proprio quella bianconera. Sono in quattro a venire da Torino: i due titolarissimi della difesa (Bonucci e Chiellini, che per altro è anche il capitano della Nazionale) e due jolly offensivi come Chiesa e Bernardeschi. Con tre convocati seguono a ruota Napoli e Sassuolo. E pensare che gli azzurri avrebbero potuto ambire addirittura ad un quarto convocato - diventando la squadra più rappresentata - se solo Mancini avesse preferito Politano a Bernardeschi. In assenza di Matteo, però, ci sono Insigne (numero 10 e stella della Nazionale), Meret e Di Lorenzo che contro la Turchia è entrato nella ripresa ben figurando e adesso è lanciatissimo per prendere il posto di Florenzi nella prossima gara di domani sera contro la Svizzera. Poi ci sono i ragazzini terribili del Sassuolo, quelli che rappresentano il volto nuovo e giovane della Nazionale. Berardi è stato uno dei protagonisti nella vittoria dell'esordio: non ha segnato ma ha messo lo zampino in tutti e tre i gol.
Due convocati dell'Inter (Bastoni e Barella) campione d'Italia, così come due sono i giocatori che arrivano dalla Lazio: il titolarissimo bomber Ciro Immobile e l'affidabile Acerbi, il primo dei non eletti per la linea difensiva. Per par condicio nella Capitale, due anche sono i giocatori della Roma (Spinazzola e Cristante) e sarebbero potuti essere tre se solo Lorenzo Pellegrini non avesse dato forfait all'ultimo secondo. Al suo posto è entrato Castrovilli, che in questo modo ha aggiunto anche la Fiorentina alla lista delle squadre che hanno contribuito alla formazione della rosa dell'Italia. In quattro arrivano dai campionati esteri: i due francesi Florenzi e Verratti del Psg, e i due inglesi freschi campioni d'Europa col Chelsea Jorginho ed Emerson. Al festival della Nazionale trasversale partecipano anche l'Atalanta con i suoi Toloi e Pessina e il Torino con Sirigu (prima riserva di Donnarumma) e Belotti (prima riserva di Immobile). Tutti importanti, nessuno indispensabile, questa la prima regola del decalogo secondo Mancini. Un decalogo che è alla base del gruppo, la vera forza di questa Nazionale che non guarda in faccia a nessuno. Nessun blocco, ma un solo blocco: quello azzurro.