Italia-Inghilterra, Mancini: «Retegui mi ricorda il primo Batistuta. Ripartiamo con entusiasmo»

Il ct dell'Italia Roberto Mancini
Il ct dell'Italia Roberto Mancini
di Alessandro Angeloni, nostro inviato
Mercoledì 22 Marzo 2023, 19:54 - Ultimo agg. 20:26
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Roberto Mancini al fianco del suo capitano, Marco Verratti che, come dice, «non ho perso la voglia di giocare, nonostante le ultime difficoltà al Psg». L'Italia c'è, ricomincia un nuovo percorso, obiettivo Euro 2024. Il ct si ritrova nella stessa situazione nella quale ha raccolto l'Italia cinque anni fa, con la squadra all'epoca eliminata dal Mondiale in Russia, Per la seconda volta mette su i cocci, con l'obiettivo di andare al prossimo Europeo, dopo aver vinto l'ultimo. «Ma gli obiettivi sono sempre gli stessi. Dobbiamo tornare a due anni fa, con lo stesso entusiasmo. Siamo passati da una grande emozione come l'Europeo a una grande delusione come la mancata qualificazione al Mondiale. È stata una grande delusione, non lo meritavamo, ma in
tutto questo ci siamo qualificati due volte alle final four di Nations League. Ora ripartiamo, abbiamo dimenticato la delusione. Abbiamo giocatori giovani che oggi non sono qui con noi ma che ci sarebbero stati e che ci saranno da qui a novembre prossimo: ripartiamo domani, vogliamo qualificarci, vincere la Nations League e
poi giocarci l'Europeo al meglio da campioni in carica».

 

Davanti c'è la solita Inghilterra, contro la quale l'Italia è imbattuta da sei partite e proprio contro gli Inglesi, l'Italia ha ottenuto il successo di Euro 2020. «La sfida con l'Inghilterra è diventata un classico.

Questo match lo giochiamo domani per la quarta volta in due anni contro una nazionale che è tra le migliori squadre al mondo. Hanno giocatori straordinari, negli ultimi anni la squadra è stata anche sfortunata ma domani mi aspetto una partita difficile. Noi vogliamo vincere, non sarà facile ma vogliamo cominciare bene».

Domani rischia il debutto Retegui, oriundo inglobato in Nazionale per mancanza di punte italiane credibili. Mancio lo lancia con un paragone particolare. «Ho sentito dire che è simile a Denis, a me ricorda il primo Batistuta. Ma lasciamolo lavorare, ha bisogno di tempo. Arrivare così dall'Argentina all'Italia, e non in una squadra di club, non è così semplice. Un pò di tempo ci vuole, ma il ragazzo è educato e sveglio. È un bravo centravanti, giovane»

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