La bella Italia made in Sud:
due napoletani e un calabrese al top

La bella Italia made in Sud: due napoletani e un calabrese al top
di Bruno Majorano
Domenica 13 Giugno 2021, 08:08 - Ultimo agg. 19:14
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Sulla Nazionale bella e vincente di Roberto Mancini spira un vento nuovo. È un vento caldo che arriva dal sud. Nei piedi, nella testa e adesso anche nella voce. Lo spot della vittoria sulla Turchia è l'esultanza di Immobile e Insigne, quel «Porca puttena» gridato alle telecamere a bordocampo dell'Olimpico come richiesto da Lino Banfi, vera icona del meridione. Aveva mandato un messaggio agli azzurri alla viglia della gara con la Turchia, chiedendo loro una dedica speciale. Detto, fatto. Con Immobile e Insigne che non se lo sono fatti ripetere due volte e subito hanno reso omaggio all'attore e comico pugliese. Insomma, il vento del sud che soffia e spinge questa Italia così divertente.

Eccoli lì, Insigne, Immobile e Berardi: i tre protagonisti dell'esordio. Rispettivamente da Frattamaggiore, Torre Annunziata e Cariati: provincia di Napoli e provincia di Cosenza. Eccolo qui il sud che avanza. Mancini se li è coccolati, li ha difesi e li ha fortemente voluti. Sapeva di poter contare su di loro e alla prima occasione buona i tre hanno ripagato la fiducia del ct. Insigne è arrivato a questo Europeo dopo la cocente delusione con il Napoli, quella mancata qualificazione in Champions che pesa come un macigno sul presente e sul futuro degli azzurri. Ma ha saputo mettere tutto da parte e ripartire: resettando la mente e focalizzandosi solo sull'Europeo. Venerdì sera all'Olimpico c'era sua moglie Jenny che ha fatto il tifo e ha esultato al gol indossando la maglia azzurra numero 10, proprio come quella di suo marito in campo. Insomma, il calore di cui aveva bisogno Lorenzo per ripartire. Nella tarda serata, poi, sono arrivate anche le lettere dei due figli, Carmine e Christian. Due letterine scritte a mano piene di amore e complimenti per quel papà che ancora una volta si è trasformato nel supereroe del loro cuore. «E adesso vinci anche col Napoli». Il giusto premio per quel ragazzo venuto su dal nulla, dopo tanta gavetta tra serie C e serie B e solo in fine approdato nella squadra del suo cuore e della sua città. 

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Diverso il destino di Immobile che ha lasciato presto la sua Torre Annunziata per crescere nelle giovanili della Juventus.

Poi i tanti giri, i viaggi all'esterno tra Borussia Dortmund e Siviglia senza trovare troppa fortuna, per poi riabbracciare l'Italia e la serie A. Solo a quel punto sono tornati i gol: quelli che nella stagione 2019-20 gli hanno fatto vincere la Scarpa d'oro e che quest'anno hanno convinto Mancini a metterlo al centro del tridente dell'Italia. Sua moglie Jessica era anche lei in tribuna all'Olimpico, accanto alla signora Insigne. Amiche tra loro come amici sono i loro mariti che si vogliono bene e hanno imparato a vincere insieme quasi 10 anni fa a Pescara, quando erano tra le attrazioni più belle e divertenti di Zemanlandia.

E poi c'è Berardi, che a differenza degli altri due compagni non ha segnato, ma è come se lo avesse fatto. Ha messo lo zampino in tutti i gol, ha propiziato l'autorete di Demiral ed è stato l'apriscatole della difesa turca. Arriva dalla Calabria, sempre con il calcio nel sangue. A Modena, dove era da suo fratello, lo notarono durante una partita tra ragazzini, per caso c'era lì un dirigente delle giovanili del Sassuolo e da quel momento è stato amore eterno tra l'esterno d'attacco e il club emiliano. Parla poco, preferisce farlo in campo: tra gol, sgommate e assist preziosi per i compagni, ma in Nazionale si è integrato alla grande, anche grazie alla grande fiducia che gli è stata data da Mancini (lo ha preferito a Chiesa all'esordio contro la Turchia). Dal passato di bad boy a stella della Nazionale. Proprio quella che rifiutò, non rispondendo alla convocazione dell'Under 19 per le qualificazioni all'Europeo di categoria e subendo una squalifica di 9 mesi per violazione del codice etico. Tutto dimenticato. Perché oggi Berardi della Nazionale è un punto fermo. Rappresenta l'Italia e il sud Italia. Con Insigne e Immobile: attenti a quei tre e a quel vento caldo che li spinge verso la porta avversaria con le chiarissime intenzioni di buttarla dentro. 

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