Italia, Mancini a Napoli chiama lo stadio Maradona: «Abbiamo bisogno di voi»

Tra i nuovi azzurri anche Giuseppe Ambrosino, talentino del vivaio del Napoli

Il ct Roberto Mancini con Giuseppe Ambrosino
Il ct Roberto Mancini con Giuseppe Ambrosino
di Gennaro Arpaia
Venerdì 23 Dicembre 2022, 07:00 - Ultimo agg. 24 Dicembre, 10:05
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Una notte a Napoli per Roberto Mancini, che dopo lo stage con la nazionale è arrivato in città per partecipare a Le notti sul Golfo-Premio del Mediterraneo. «Con Napoli ho sempre un legame speciale» ha detto il ct italiano intervistato da Hoara Borselli all'arrivo a Villa Domi, sede del premio per questo'anno. Tra i premiati durante l'evento, Pino Taormina del Mattino, Francesco Modugno di Sky Sport e Valter De Maggio di Radio Kiss Kiss, che hanno accompagnato Mancini al riconoscimento consegnato da Ugo Autuori, organizzatore della serata.

La platea di bambini presenti in sala ha interrogato il ct sugli inizi della carriera e sulle emozioni dell'Europeo. «Ho debuttato in serie A a 16 anni, è molto emozionante ricordare quel giorno.

La stessa emozione l'ho provata anche ogni volta che giocavo con la Nazionale e ogni volta che vado in panchina per la Nazionale» le parole di Mancini. «Quando venivo a giocare qui c'era Maradona contro, era sempre un piacere. Il gol del 1990 lo ricordo ancora con molto affetto. Poi il San Paolo era sempre pieno: ci sono stadi che hanno una magia, tra questi c'è sicuramente anche quello di Napoli». Uno stadio che ritroverà il 23 marzo con la Nazionale che torna in città per le qualificazioni all'Europeo. «E spero di ritrovarvi tutti allo stadio quella sera. Abbiamo bisogno del calore del pubblico napoletano per fare bene» ha invitato il ct.

Tanti i ricordi anche sull'Europeo vinto nell'estate del 2021. «È stata un'emozione per tutti, io ci ho sempre creduto e speravo di vincere. Ma a volte per farlo devi avere un po' di fortuna e di congiunzioni astrali dalla parte tua. Il momento più difficile? Con l'Austria, ma quando hanno annullato il loro gol ho cominciato a pensare che poteva essere la volta buona» ha confessato Mancini. Che al Mondiale in Qatar pensa sempre con un po' di amarezza. «Fossimo andati al Mondiale avrebbe vinto comunque l'Argentina. È giusto per Messi, lo merita. Ma la nostra speranza era poter fare una bellissima figura».

Mancini guarda ai più giovani, come ha fatto in queste ultime ore di stage a Coverciano: due giorni da dedicare agli azzurrabili, quei calciatori di Serie A e B che non erano presenti nelle precedenti convocazioni. «Dobbiamo trovare giovani e sperare che possano diventare fuoriclasse, un lavoro che stiamo portando già avanti. Gli stage servono proprio a trovare quei calciatori pronti a esplodere nei prossimi anni» ha detto durante la sua serata napoletana. Pensieri che aveva già espresso al rompete le righe di Coverciano: «Abbiamo potuto conoscere meglio dei ragazzi che vediamo sporadicamente: un conto è vederli dalla tribuna, un altro osservarli da vicino».

Un legame, quello tra Mancini e Napoli, sempre più forte negli ultimi tempi. Non solo la numero 10 sulle spalle di Insigne prima e Raspadori poi, ma anche gli ultimi giorni a Coverciano con uno che Napoli vorrebbe riprendersela quanto prima. Nel gruppo chiamato dal ct al centro federale per l'ultimo stage di dicembre, infatti, anche Giuseppe Ambrosino, talentino del vivaio azzurro e protagonista lo scorso anno con la formazione Primavera. In prestito a Como dalla scorsa estate - ha trovato un po' di spazio con Longo solo nelle ultime settimane in Serie B - Ambrosino ha le idee chiare sul futuro: «Ora faccio esperienza, in futuro vorrei tornare a Napoli e diventarne bandiera». Il suo legame con la nazionale era già forte: con la selezione Under 19 aveva giocato gli Europei di categoria a giugno, ora la chiamata in nazionale maggiore per la prima volta e il contatto continuo con il ct. Un doppio sogno azzurro da coltivare con Spalletti e con Mancini. 

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