Gravina non spera nel ripescaggio
«Italia ha perso, fuori dal mondiale»

Gravina: «Ripescaggio? L'Italia ha perso, siamo fuori dal Mondiale»
Gravina: «Ripescaggio? L'Italia ha perso, siamo fuori dal Mondiale»
Sabato 4 Giugno 2022, 13:27 - Ultimo agg. 22:47
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dal nostro inviato
 

A poche ore dalla sfida dell’Italia contro la Germania, in programma questa sera al Dall’Ara di Bologna per la “prima” di Nations League, è intervenuto il presidente della Figc Gabriele Gravina. Che ha voluto fare chiarezza sul momento delicato della Nazionale, in piena ricostruzione dopo l’eliminazione dal Mondiale in Qatar. Gravina ha mostrato i muscoli, ha respinto ogni ipotesi di dimissioni e ha voluto precisare i piani di lavoro per tornare a essere competitivi in campo internazionale. «Da qualche settimana - ha detto a Sky il presidente della Figc - abbiamo lanciato una nuova modalità lavorativa: dobbiamo essere tutti insieme, concentrati nel riconquistare credibilità. Un’espressione che credo vada arricchita di alcuni contenuti. Si riparte da zero? Non sono d’accordo. Il nostro è un lavoro a medio-lungo termine e lo stiamo portando avanti. Sappiamo che non è facile e che ci sono delle criticità ma la credibilità è legata ad una fase molto delicata, cioè eliminare tutto ciò che ci rende poco credibili. E qui mi allaccio al discorso ripescaggio Mondiale, che ci sta rendendo poco credibili. Il calcio ha dei vincitori e degli sconfitti. L’Italia è stata eliminata e non si è qualificata, L’Italia non parteciperà al Campionato del Mondo. Se dobbiamo lavorare perché riteniamo che le norme debbano essere cambiate lo faremo in seguito, oggi l’Italia è fuori dal Mondiale. Diamolo per acquisito perché altrimenti ci prendono in giro. Noi dobbiamo essere seri e dobbiamo essere credibili, che poi passa anche attraverso una serie di progetti a quali stiamo lavorando per consegnare al calcio anche un progetto di sviluppo sostenibile».

La questione dimissioni

«Legare il ruolo di un’attività istituzionale al risultato di un gol o di un rigore credo che sia un’impostazione sbagliata. Vorrei soltanto far capire che cosa poteva generare un atto di dimissione a livello nazionale e internazionale: l’Italia, dopo diversi anni, è rientrata nella giunta esecutiva del Coni. Ha ottenuto 53 voti su 55, grazie al sottoscritto, ed è entrata nel comitato esecutivo della Uefa. Stiamo cercando di lavorare ad un progetto importante. Voi pensate davvero che la soluzione o l’abbandono da parte mia o di Mancini avrebbe generato degli effetti positivi o avrebbe generato effetti devastanti? Non sono legato alla poltrona, sarebbe stato molto più comodo vivere momenti di serenità e tranquillità con la propria famiglia e vivere un’estate serena.

Amo affrontare i problemi e me ne assumo le responsabilità. Offrire degli alibi a soggetti che ritengono di strumentalizzare una sconfitta sportiva a ragioni di interesse personali... non rispondo, perché credo che non la meritino. Purtroppo nell'ultimo periodo la Nazionale ha dovuto affrontare molti infortuni e tanti giocatori sono, purtroppo, al limite con l'età. Bisogna ripartire».

Nazionale, i giocatori del futuro

«Non abbiamo ragazzi selezionabili e purtroppo non siamo credibili: da un lato vogliamo centrare la qualificazione e raggiungere un risultato sportivo importante, poi dall’altra arrivano richieste ufficiali per portare gli extracomunitari da 2 a 8/10. Diventiamo poco credibili quando invece di affrontare argomenti di interesse generale, diventa centrale, da sette mesi, l’Indice di Liquidità a 0.5, del quale continuo a vergognarmi. La Germania lo ha a 1. Hanno affrontato il tema della valorizzazione dei giovani a livello di sistema. Io ringrazio la Lega di A, che ha messo a disposizione i giovani per creare un’accademia, ma forse non sarà sufficiente. La soluzione a questo problema deve essere di sistema. Se qualcuno pensa che la Federazione sia il soggetto che deve trovare da sola le soluzioni, non è possibile. Noi abbiamo un altro compito e un altro ruolo, nel trovare e mettere insieme tutti gli interessi del mondo del calcio, affinché prevalga l’interesse generale e non delle singole componenti. Sempre attraverso una metodologia di lavoro condivisa. Le fughe dalla Nazionale?  Cominciamo a percepire una sorta di distacco. Dico che c'è una sorta di contaminazione esterna, qualcuno che pressa nel cercare di tutelare nel miglior modo possibile il proprio interesse, devo dire anche economico. È nel Dna delle società di calcio, che sono società di capitali. Qualcuno, invece, lo fa per ragioni legate a forme di rancore, altri dicono cose ma poi effettivamente hanno atteggiamenti contraddittori e contrastanti».

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