Jorginho alza la Champions League:
Napoli trampolino per la sua Europa

Jorginho alza la Champions League: Napoli trampolino per la sua Europa
di Gennaro Arpaia
Domenica 30 Maggio 2021, 13:55 - Ultimo agg. 31 Maggio, 19:26
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Da Vicenza al Brasile. E ritorno. Destinazione Verona. La vita di Jorge Luiz Frello, meglio conosciuto come Jorginho, sembra essere scritta per appuntamenti col destino. Il primo è l’Italia, da dove la famiglia paterna era andata via per il Brasile. Jorge nasce a Imbituba ma il calcio brasiliano, in pratica, lo conosce appena. È il Verona a puntare su di lui ancora giovanissimo, ma l’età non gli permette di imporsi subito: l’Hellas non è ancora tornato in Serie A, così lo manda a farsi le ossa in Lega Pro, alla Sambonifacese che sarà la sua casa per un anno. 

Nelle giovanili del Verona ha non poche difficoltà. «Vivevamo in un convento con gli altri ragazzi e pochi soldi a settimana, volevo lasciare tutto» ha raccontato più volte l’italo-brasiliano che in Serie A però ci ha messo poco a farsi notare. Dall’altra parte dell’oceano mamma Maria non gli permette di mollare: anche lei è stata una sportiva, conosce il valore di ogni sacrificio e sa che il figlio potrà andare lontano. 

Lontano fino a O Porto, dove Jorginho ha appena vinto la Champions League. L’azzurro si è preso il centrocampo del Chelsea nel 2018 insieme con il suo mentore Maurizio Sarri. Entrambi arrivarono da Napoli dopo una stagione da protagonisti in Italia e in Europa, e in questi tre anni Jorginho ha saputo prendersi anche l’Europa League alla prima stagione inglese. Qualche critica di troppo scacciata sempre nell’unico modo che sa: lavoro e sacrificio.

Quelli che ha imparato a Napoli, la piazza che l’ha aspettato, cresciuto e poi lanciato definitivamente. Un posto de cuore per il centrocampista che grazie alle prestazioni napoletane ha saputo prendersi anche la nazionale di Mancini. A Napoli ci torna appena è possibile, lì è nato il primo figlio Vitor è sempre lì è cominciata la sua più grande scalata. 

A volerlo in azzurro non fu Sarri, ma Benitez: Rafa ci aveva visto lungo, eppure nel 4-2-3-1 dello spagnolo Jorginho fa fatica a eccellere. Quando arriva l’allenatore toscano, invece, ci mette poco a prendersi il posto: nel 4-3-3 sarriano Jorge diventa uno dei punti di forza, vertice basso e metronomo insostituibile per gli azzurri. Col Napoli vincerà una Coppa Italia e una Supercoppa durante gli anni di Rafa, poi il sogno scudetto sfumato sul più bello nel 2018. Le lacrime di quell’estate fanno il paio con la gioia delle ultime ore, da condividere ovviamente con la famiglia, presente al Do Dragao: «È grazie a loro se sono qui. Senza la mia famiglia non ce l’avrei mai fatta».

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