Jorginho e il saltello «nato» a Napoli:
genesi di un rigore (quasi) infallibile

Jorginho e il saltello «nato» a Napoli: genesi di un rigore (quasi) infallibile
di Gennaro Arpaia
Giovedì 8 Luglio 2021, 11:25 - Ultimo agg. 12:46
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«Ho respirato profondamente per mandar via un po’ di pensieri. Poi ho pensato a fare quello per cui mi alleno ogni giorno». Fa sembrare tutto così facile Jorginho, il centrocampista dell’Italia di Mancini che ha mandato, con l’ultimo rigore segnato contro la Spagna, la sua squadra in finale agli Europei. Un’esecuzione perfetta: la rincorsa rapida dal limite dell’area e il tiro preciso. Prima, però, quel saltello che sembra ormai il suo marchio di fabbrica.

 

Così il rigore di Jorginho ha fatto in breve il giro del mondo. Non solo per l’importanza rivestita all’interno della competizione ma anche per quella “meccanica” di tiro che è la sua firma. Il “saltello”, però, non è una attitudine naturale per il centrocampista brasiliano, piuttosto una tecnica nata negli anni italiani, quando vestiva la maglia del Napoli. Da sempre rigorista, il primo gol dagli undici metri per Jorge arriva nella stagione 2013/2014: tre trasformazioni in tutto (la prima contro il Torino) con cui aveva saputo imporsi in gialloblu.

 

Anche a Napoli, però, mostra subito la freddezza dal dischetto: il primo rigore arriva contro l’Udinese in Coppa Italia (2015/16), poi ecco la trasformazione. Il primo “salto” dagli undici metri si vede nell’estate del 2017: il Napoli affronta il Nizza nei preliminari di Champions, vince la gara ma non riesce ad arrotondare il risultato. A venti minuti dalla fine il rigore su cui va Jorginho: rincorsa rapida e quel saltello che spiazza tutti.

Compreso il portiere francese. 

 

Il Napoli quella Champions la giocherà e proprio contro il Manchester City al San Paolo arriva uno dei rigori più belli del centrocampista italo-brasiliano (anche se in una serata storta per la squadra di Sarri). Sarà l’ultimo anno in maglia Napoli prima del passaggio oltre la Manica, ma anche a Londra il “saltello” resterà una firma indelebile. Non sempre infallibile, però: con il Chelsea, infatti, sono arrivati quattro dei sei errori complessivi dal dischetto per lui (in totale sono 35 sui 41 tentati in carriera). 

 

Nell’ultima altalenante stagione inglese, però, ha saputo trasformarne otto, diventando così non solo il rigorista designato ma anche uno dei migliori realizzatori della squadra prima di Lampard e poi di Tuchel che ha saputo prendersi la Champions League 2021. Nell’ultimo quadriennio, l’ex Napoli ha trasformato i suoi rigori in vera arte. «Si allena tanto ogni giorno, prova quel tipo di soluzione trenta o quaranta volte al giorno, a fine allenamento» ha svelato il suo agente Joao Santos. Dopo il lavoro, dunque, ecco il risultato che apre le porte della finale di Euro 2020. Con il marchio di fabbrica made in Napoli e la voglia di fare ancora il giro del mondo.

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