La Juventus incassava i milioni delle agevolazioni fiscali sugli stipendi non pagati

La norma sul "rientro dei cervelli" sfruttata per calciatori come Buffon. L'accusa: incentivi non dovuti dopo la sospensione per Covid degli ingaggi

La Juventus incassava i milioni delle agevolazioni fiscali sugli stipendi non pagati
La Juventus incassava i milioni delle agevolazioni fiscali sugli stipendi non pagati
di Valeria Di Corrado e Valentina Errante
Martedì 6 Dicembre 2022, 06:19
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Mentre i vertici bianconeri nascondevano dai bilanci le perdite, iscrivendo gli stipendi dei giocatori negli anni successivi, il club usufruiva di un regime fiscale agevolato: il cosiddetto Rientro dei cervelli previsto dal decreto crescita del 2019, che prevede un abbattimento dell'imponibile del 50 per cento ai fini Irpef nel caso di calciatori professionisti che tornino dall'estero dopo almeno due anni. E la Juventus lo aveva applicato, tra, gli altri, per il ritorno di Gigi Buffon. È un altro elemento che emerge dagli atti della procura di Torino, che, dopo avere chiesto il processo per 12 indagati, attende la fissazione dell'udienza preliminare.

Il trucco

Secondo la ricostruzione dei pm, per l'anno 2019-2020 Andrea Agnelli e Giorgio Chiellini avevano chiesto ai giocatori di rinunciare a una mensilità, con l'intesa che altre tre sarebbero state pagate a partire dalla successiva stagione.

Anche sotto forma di incentivo all'esodo (in caso di trasferimento del calciatore) e a prescindere dalla ripresa futura del campionato. Un modo per sistemare il bilancio nascondendo le perdite. Proprio sulla base di questa premessa falsata, anche l'applicazione della norma sul Rientro dei cervelli - secondo l'accusa - risulta inficiata, e quindi sbagliata. Si legge negli atti: «Gli accertamenti svolti dalla Finanza hanno dimostrato che sono state contestualmente predisposte le scritture di riduzione e di successiva integrazione successivamente: le scritture di riduzione sono state depositate presso Lega nazionale professionisti serie A nel maggio 2020, con effetti sul bilancio d'esercizio al 30 giugno 2020 per una riduzione complessiva pari a euro 89.356.333 (ovvero pari a euro 84.639.840 in caso di applicazione, per taluni calciatori, di regime fiscale agevolato, cosiddetto rientro dei cervelli». Due mesi dopo, presso la Lega sono state depositate le integrazioni, con effetti sul bilancio d'esercizio del 2021 «per una integrazione pari a complessivi euro 64.221.937 (ovvero pari a euro 60.684.568 in caso di applicazione, per taluni calciatori, del regime fiscale agevolato da corrispondere nelle stagioni sportive 2020/2021 e 2021/2022». Somme alle quali va aggiunta l'integrazione di un milione e 605mila euro riconosciuta a Buffon ed inclusa nella parte fissa della retribuzione del calciatore per la stagione 2020-2021. Alla fine «la somma realmente rinunziata» dai giocatori, scrive il consulente, è dunque pari ad euro 25 milioni e 134 mila euro. Quasi 24 milioni con le riduzioni fiscali.

 

I silenzi

Ma dagli atti emergono le lacune e le reticenze di alcuni testimoni, come gli agenti dei giocatori e consulenti della Juventus sentiti durante le indagini. Dichiarazioni «di indubbia rilevanza - secondo i magistrati - poiché «sono stati proprio gli agenti e i rispettivi legali/consulenti a interloquire con la Juventus» nell'ambito delle manovre stipendi. Veronique Rabiot, madre e procuratrice del centrocampista francese Adrien, dopo avere detto «tutti i giocatori avevano accettato la rinuncia a una mensilità» del 2019/2020 e lo spostamento di altre tre alla stagione successiva, afferma, a proposito delle scritture firmate dal figlio sugli aspetti contrattuali: «Non li ho visti e anche se li avessi visti, visto che non parlo italiano non li riconoscerei». Visionate le scritture sugli stipendi del 13 maggio 2020, e quella successiva del 6 luglio 2020 di integrazione depositata in Lega, la signora Rabiot «non sa spiegarsi la differenza di dati perché, per quanto ricordo, Adrien ha firmato una sola volta». Ma - aggiunge - «dovete chiedere ad Adrien, non posso escludere che sia andato due volte a firmare».
Alessandro Lucci, fondatore dell'agenzia Wsa (World Soccer Agency), sentito come agente di Bonucci e Cuadrado e, dal maggio 2021, anche di Kulusevski, ricorda che i suoi assistiti «hanno firmato una sola volta» e non sa spiegare le date differenti nelle firme dei documenti sulla manovra stipendi: «Prendo atto - dice ai magistrati - che i documenti riportano date differenti, ma non saprei indicare i motivi».
Quanto alle trattative per rimodulare i pagamenti, si tratta di «accordi che sarebbero stati formalizzati con scritture private che né io né l'avvocato Rodella abbiamo mai avallato e infatti ho sconsigliato a Bonucci e Cuadrado di accettare questo accordo. Questo perché - dice il presidente della Wsa - pur tenendo in considerazione che la Juventus era una società meritevole di ampia fiducia, comunque le scritture private non avevano alcun tipo di valore per la tutela legale».
 

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