Juve, Bonucci si racconta:
«Andare al Milan mi ha maturato»

Leonardo Bonucci
Leonardo Bonucci
di Alberto Mauro
Giovedì 5 Dicembre 2019, 19:53 - Ultimo agg. 20:11
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Scelte di vita e di carriera, campo e confort zone. Leonardo Bonucci torna sulle decisioni che lo hanno fatto diventare quello che è adesso, fuori e dentro il campo, compreso quella più discussa: lasciare la Juve per il Milan e viceversa. «Oggi sono più saggio di qualche anno fa. La scelta di essere andato al Milan, lo sanno tutti, mi ha fatto maturare come uomo. E' stato un cambiamento importante, ma forse un po’ troppo per quello che ero in quel momento. Oggi qui all Juve sento di poter dare il 100% perché è cambiato il Leonardo, ho trovato una famiglia e una casa molto accoglienti e riesco a calarmi al massimo in questa dimensione». Bonucci parla a una platea di un centinaio di persone, al al workshop Randstad "Comprendere e trasferire il cambiamento" presso lo Stadium, senza mezze misure. «Se penso al Leonardo di due o tre anni fa, non rifarei alcune scelte. Non le rifarei perché un cambiamento mi ha portato a ragionare in maniera diversa. Non puoi mai permetterti di fermarti e guardare a quello che hai fatto, perché se no arriva quello dietro e prende il tuo posto. Se non hai la voglia di capire dove ti porta il cambiamento, sei perso. Ed è quello che quest'anno è successo con l'arrivo di Sarri. Un cambiamento totale rispetto al modo di giocare di prima. Devi capire e applicarti per resettare quello che hai fatto perché adesso il modo di ragionare è differente. Prima, però, lo devi accettare, perché se hai la presunzione di dire che non vuoi cambiare rispetto a prima non cambi. Devi capire che quello che hai fatto nella comfort zone non è l'unico modo per ottenere determinati risultati». L’età non è un limite. «Tanti di quelli con cui ho cominciato hanno smesso, comincio a vedere i '99, i 2000. Fortunatamente ora è tornato Gigi e mi sento giovane. Io comunque sono abbastanza autocritico, mi rendo conto di quando sbaglio subito nelle partite. Anche questo modo di sentire l’errore ti fa migliorare durante la partita. Per tanti anni mi veniva criticata la “Bonucciata”, è stato anche coniato il termine, perché mi piaceva giocare da dietro e qualche volta esagerando ho sbagliato provocando gol. Però sono testardo e nell'arco della carriera ho capito dove dovevo cambiare. Ci sono momenti in cui puoi tentare la giocata e altri in cui se la palla va fuori dallo stadio hai fatto il tuo. Acquisisci consapevolezza di cosa ti fa crescere e attraverso le esperienze trai il positivo».
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