Juventus, Agnelli e la cena segreta coi vertici del calcio: «O nasce qualcosa di utile o ci schiantiamo»

All'incontro parteciparono anche Marotta e Preziosi

Juventus, Agnelli e la cena segreta con altri presidenti: «Spero nasca qualcosa di utile sennò ci schiantiamo»
Juventus, Agnelli e la cena segreta con altri presidenti: «Spero nasca qualcosa di utile sennò ci schiantiamo»
Venerdì 2 Dicembre 2022, 20:04 - Ultimo agg. 3 Dicembre, 08:00
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Un «incontro organizzato in via riservata» tra Andrea Agnelli e gli esponenti di sei squadre di serie A, alla presenza dei vertici della Lega calcio e della Figc, che il presidente bianconero, all’indomani, in una conversazione telefonica, commentò testualmente così: «Spero nasca qualcosa di utile sennò ci schiantiamo pian pianino». C’è anche questo episodio nelle carte dell’inchiesta sui conti della Juventus
 

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Agnelli e la cena segreta con altri presidenti

A parlarne è la Procura di Torino nel passaggio della richiesta di custodia cautelare, avanzata a giugno, dedicato a presunti rapporti di “partnership” del club bianconero con altre società italiane e straniere (tra queste, Sampdoria, Atalanta, Sassuolo, Empoli, Udinese, Grosseto, Parma, Pisa, Monza, Cosenza, Pescara, Lugano, Basilea, Sion, Olympique des Alpes).

Il funzionamento di questo meccanismo, per i pm, è illustrato da una chiacchierata fra dirigenti bianconeri: «Noi non possiamo pareggiare l’offerta dell’Arsenal, ma mettiamoci in società, tieni il 25% di una futura vendita e se andrà bene per noi, andrà bene per te. Se non vendiamo mai il giocatore ti metto un po’ di bonus e ti concedo la facoltà di lavorare in partnership con i nostri ragazzi».
 

 

IL RITROVO
Secondo quanto ricostruito dalla Finanza, la riunione si tenne a casa della madre di Andrea Agnelli a Fiano, all’interno del parco della Mandria, il 23 settembre 2021. Già all’epoca i vertici bianconeri, entrati nel mirino della Consob, erano consapevoli di come la situazione legata ai conti fosse compromessa. Ne è conferma una telefonata, datata 1 agosto, tra Agnelli e un presidente di un club di serie A: «In questo momento devo stare fermo, abbiamo Consob, Guardia di finanza e qualsiasi cosa che ci stan guardando». Il periodo va contestualizzato. Ci troviamo nel post-Covid con le società alla ricerca di entrate per sopperire ai mancati introiti dovuti alla pandemia. Il virus ha infatti svuotato gli stadi - che lentamente e parzialmente si stanno ripopolando - prosciugando i ricavi da marketing, raffreddando gli sponsor e messo in discussione il tesoro dei diritti tv. I bilanci ne soffrono, si cercano vie alternative, tra i quali i fondi. Questo incontro va letto, secondo gli inquirenti, in quest’ottica (anche se privatamente i vertici Juve parlando tra di loro ammettono: «Il Covid ha solo aggravato la situazione, perdevamo già tanto prima») ma propedeutico a condizionare i meccanismi di valutazione dei giocatori, producendo rapporti di debito e credito «opachi» e mettendo «in pericolo la lealtà della competizione sportiva». Nelle carte della Procura si legge quindi che all’incontro di settembre «avrebbero partecipato Luca Percassi, ad dell’Atalanta; Enrico Preziosi, presidente del Genoa; Giuseppe Marotta, ex ad bianconero e attuale ad dell’Inter; Paolo Scaroni, presidente del cda del Milan; Stefano Campoccia, vicepresidente dell’Udinese; Claudio Fenucci, ad del Bologna. Risultano altresì avere preso parte Paolo Dal Pino, presidente della Lega calcio serie A, e Gabriele Gravina, presidente della Figc». In realtà né Marotta né Campoccia erano presenti all’incontro. C’erano invece i massimi vertici della Federazione e della Lega, la cui presenza per Agnelli «è utile. Spero che nasca qualcosa perché se no non so cosa fare. Adesso bisogna che questo elemento sia foriero di qualcosa di utile perché altrimenti ci schiantiamo piano piano».


LE REAZIONI
«L’obiettivo era parlare di calcio con senso di responsabilità e soprattutto in un momento particolare visto che sul tavolo della Lega c’era ancora la possibilità legata alla proposta del fondo CVC Capital Partners. Non c’era nulla di male in quell’incontro», rivela una fonte a Il Messaggero. Un mese prima, il fondo d’investimento aveva siglato un accordo con La Liga spagnola per acquistare circa il 10% del suo capitale per 2,7 miliardi di euro. Bene o male l’intesa alla quale aveva lavorato per oltre un anno il presidente della Lega di serie A, Dal Pino, arenatasi per la contrarietà di alcuni club. Anche da via Allegri, il tenore non cambia: «Un semplice incontro per parlare di Media Company e riforme in Lega Serie A. Nessuna riunione carbonara sui debiti e le plusvalenze». 

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