Juventus, Gravina a Napoli frena: «Aspettiamo i processi, niente linciaggi in piazza»

Un minuto silenzio per Ischia nelle gare del weekend

Gabriele Gravina ieri a Napoli
Gabriele Gravina ieri a Napoli
di Pino Taormina
Giovedì 1 Dicembre 2022, 07:00 - Ultimo agg. 2 Dicembre, 07:24
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Sono giorni di tormenta per il calcio italiano. E Gabriele Gravina, il presidente della Figc, ospite del convegno Calcio e Welfare organizzato dal comitato regionale della Campania, non lo nasconde. Né si sottrae. Ma avverte, a proposito dello tsunami che si è abbattuto sulla Juventus: «Se vogliamo andare sul linciaggio di piazza non è un problema, però stiamo cauti. In Italia ci sono sempre reazioni così esasperate dove si rendono colpevoli quelli che non sono stati ancora condannato». Gravina spiega ancora. «L'idea di voler sanzionare la Juventus prima che venga svolto un processo non mi piace. Ci sono indagine, atti che devono essere acquisiti, la procura Figc è allertata, non conosciamo l'esito delle inchieste della magistratura ordinaria e dobbiamo aspettare quello che uscirà fuori dal processo. Non colpevolizziamo i soggetti prima dei processi. È sicuramente un momento di riflessione molto importante per tutto il nostro sistema, vediamo cosa emergerà dal procedimento in corso». Non nasconde le preoccupazioni per i possibili sviluppi dell'inchiesta Prisma. «Le plusvalenze? C'è una sensazione ma non ci sono elementi oggettivi che possano dimostrare nell'economia di mercato se plusvalenza è reale o fittizia perché manca un elemento oggettivo di valutazione». Spiega ancora: «Non mi preoccupano le plusvalenze. Mi preoccupa la conseguenza di eventuali plusvalenze se presentano delle criticità. Mi preoccupano i 4 miliardi e 700 milioni di indebitamento del sistema calcio, mi preoccupa una scadenza entro fine anno, il 22 dicembre, per la parte fiscale e per la parte contributiva (i club vorrebbero una rateizzazione senza sanzioni, ndr)». Punta i piedi contro la Liga e il suo presidente Tebas, senza mai citarli. «Certi attacchi sono stati gratuiti, da parte di chi deve guardare a casa sua. Non accettiamo ingerenze esterne, certi attacchi fuori luoghi. Il calcio italiano vive un difficile periodo di rifondazione, di cui conosciamo tutti molto bene le criticità. Ma abbiamo dei progetti seri e siamo al lavoro per realizzarli». Difende il lavoro della procura Figc. «Le nostre preoccupazioni le abbiamo più volte denunciate, la procura federale ha ritenuto infondate certe accuse. Ora c'è una seconda parte, dobbiamo aspettare», dice ancora.

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Al convegno, organizzato da Carmine Zigarelli e Giuliana Tambaro e che ha visto la partecipazione, tra gli altri, di Giancarlo Abete, presidente Lnd e Vito Cozzoli, presidente Sport e Salute. «I Mondiali? Non ho visto una partita né andrò in Qatar, sto troppo male, non ce la faccio.

Ripenso alla partita con la Bulgaria e a quella in Svizzera che avremmo dovuto vincere per 3-0. Sono i rigori sbagliati e il tiro della Macedonia del nord a Palermo. Mi sembra impossibile non essere lì». L'Italia il 23 marzo sarà al Maradona, dopo 10 anni di assenza. Un ritorno voluto da De Laurentiis e Manfredi. «Io credo che Napoli meriti la Nazionale e gli azzurri devono meritare l'entusiasmo del popolo napoletano. Conosco l'entusiasmo dello stadio di Napoli, l'ho toccato con mano e ne abbiamo bisogno per centrare un altro obiettivo importante. L'entusiasmo fa bene al calcio italiano. La città è un bellissimo vulcano pieno di entusiasmo e passione, credo che possa fare molto bene agli azzurri della Nazionale. È il momento di tornare, Napoli merita un evento di grande appeal». Svela: «Un entusiasmo che ha contagiato anche De Laurentiis». Gravina annuncia anche 1' silenzio per Ischia da osservare nelle gare del weekend. 

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