Juventus-Napoli: campionato nel caos, gli azzurri rischiano la sconfitta a tavolino

Juventus-Napoli: campionato nel caos, gli azzurri rischiano la sconfitta a tavolino
di Pino Taormina
Sabato 3 Ottobre 2020, 22:59 - Ultimo agg. 4 Ottobre, 16:35
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Inviato a Castel Volturno

Il Napoli non giocherà stasera contro la Juventus. Alla fine è toccato alle autorità sanitarie della Regione Campania fermare il volo degli azzurri per Torino. E poco importa se la Juventus mostra di essere pronta allo scontro: «Noi stasera scendiamo in campo come da calendario». Improbabile che De Laurentiis ordini ai suoi di mettersi in volo quest’oggi. Anche se la Lega Calcio, fino a ieri sera, non aveva ancora rinviato la gara. Dopo Zielinski e Costi, il collaboratore di Giuntoli, ieri è risultato positivo al Covid 19 anche Elmas. Il timore è che sia in corso, esattamente come al Genoa la settimana scorsa, una escalation di contagi completamente fuori controllo. E allora ecco che al termine dell’indagine epidemiologica svolta del dipartimento di prevenzione della Asl Napoli 2 Nord, diretto dal direttore generale Antonio D’Amore, la Asl 1 Centro comunica al Napoli la messa in quarantena dei calciatori azzurri residenti nel proprio territorio. Motivo per cui la squadra è stata fermata mentre stava salendo a bordo dell’autobus che avrebbe dovuto portarli a Capodichino.

Sono le 19. Troppo alto - per i sanitari - il rischio e la possibilità che i calciatori siano positivi e che possano contagiare altre persone. Un provvedimento emesso in una situazione emergenziale, in un territorio dove crescono i nuovi casi e la curva epidemiologica. Che il Napoli interpreta come uno stop alla partenza. Tant’è che è De Laurentiis a dire a tutti di tornare a casa. Una decisione che non solo fa saltare il big match di questa sera, ma che mette il Napoli in seri guai anche per il futuro: perché da ieri la squadra è in isolamento fiduciario. «Per almeno 14 giorni» è scritto nel provvedimento. Bisognerà attendere i prossimi due tamponi prima di poter capire quando la squadra potrà tornare ad allenarsi. Di sicuro, non prima di mercoledì. Ma è evidente che dovessero esserci altri positivi, difficile poter tornare a Castel Volturno in tempi brevi. Inoltre, c’è divieto di lasciare la Regione (nessun nazionale potrà raggiungere i propri ritiri, ma Milik è volato via in mattinata), con l’obbligo di ripetere i test (previsto anche un sierologico) e con molti dubbi su come muoversi nei prossimi giorni in attesa del prossimo tampone, previsto per domani.
 
 

Il modo con cui il Napoli viene bloccato è chiaramente eclatante: ma Gattuso, i dirigenti e molti calciatori sono davvero preoccupati per quello che ritengono un preoccupante focolaio in corso nello spogliatoio. Perché ancor prima di venire a conoscenza della positività di Elmas, attorno alle 16, c’era la convinzione nel gruppo che quelli del Genoa, incolpevolmente, erano stati degli untori. D’altronde De Laurentiis si era mosso già nel pomeriggio con Lega, Figc, Juventus e giudice sportivo, avvertendo del divieto che stava per essere emesso dalla autorità sanitarie. Tutto, infatti, parte dalla positività di Zielinski: è il suo caso ad aver fatto scattare il tracciamento ai medici dell’Asl Napoli 2 Nord (il polacco risiede a Varcaturo). Da qui le indicazioni dei contatti: i compagni di squadra. Quando arriva al dipartimento la notizia della positività di Elmas, il provvedimento che avrebbe fermato il Napoli era già partito. De Laurentiis per tutto il giorno era stato in contatto con Gattuso, cercando di capire quale era il clima della squadra. E il tecnico aveva spiegato che mentalmente era difficile pensare alla Juventus in queste condizioni di pericolo. 
 
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Sono state 14 ore assurde. Iniziate alle 8 del mattino con i tamponi. Il terzo prelievo in cinque giorni. Il medico Canonico ha deciso, con Gattuso, di usare un’ulteriore misura precauzionale: ovvero attendere l’esito dei test prima di far svolgere l’allenamento di rifinitura del sabato che era inizialmente programmato per le 10. E così, i calciatori, dopo il tampone sono tornati a casa. Per poi ritornare a Castel Volturno alle 15,30. Lì, tutti assieme hanno atteso le risposte del Policlinico. A un certo punto è scattato un “hurrà” perché per errore era stato comunicata la negatività di tutto il gruppo. Ma mancavano ancora quattro risultati. E uno di questi ha fatto calare il gelo: Elmas positivo. Il calciatore era nello spogliatoio, in attesa di conoscere l’esito. Anche lui, come Zielinski il giorno prima, completamente asintomatico. Attorno al polacco, che anche ieri non ha mostrato sintomi, c’è tanta preoccupazione: perché mercoledì era stato al commissariato di polizia di Giugliano per un documento e qui si era fatto fotografare (abbracciato) con alcuni agenti. Anche lì è scattato uno stato di allerta. 

Il calcio ai tempi (bui) del Covid è fatto così. Peraltro, neppure la Juventus è messa bene: perché due dirigenti sono positivi e oggi anche i bianconeri devono sottoporsi al tampone. Quello che avrebbe dovuto fare questa mattina il Napoli nell’hotel di Torino a due passi dalla Sacra Sindone. Il clima tra i due club è pesante. Giusto chiarire che se il Napoli fosse partito, i calciatori rischiavano la denuncia per inottemperanza di una ordinanza amministrativa. La norma del 2 ottobre della Lega Calcio, peraltro, parla chiaro: «fatti salvi eventuali provvedimenti dell’autorità statali o locali». Ma il clima non è sereno. Per la Juventus quel provvedimento della Asl non impedisce al Napoli di partire: l’ipotesi che possa essere ventilata la sconfitta a tavolino è, incredibilmente, concreta. 
 
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