La Lazio sotto assedio: la Procura
di Avellino sequestra i tamponi

La Lazio sotto assedio: la Procura di Avellino sequestra i tamponi
di Leandro Del Gaudio Pino Taormina
Domenica 8 Novembre 2020, 10:36
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Sarà una inchiesta giudiziaria a fare luce sul giallo dei tamponi della Lazio. Dopo giorni di incertezze, sospetti e suggestioni, si è mossa la Procura di Avellino, che ha deciso di uscire allo scoperto con una doppia mossa a sorpresa: è di queste ore l'acquisizione dei test di laboratorio legati ai tamponi effettuati dalla Lazio nel centro clinico di Avellino; mentre sono sempre i pm di Avellino a mandare la Finanza a Formello, sede della Lazio, sempre a caccia di documenti legati alle analisi di questi giorni. Un doppio blitz frutto del confronto avvenuto in questi giorni tra la Procura guidata dal reggente Vincenzo D'Onofrio e la Procura federale. Si parte da un dato di fatto: l'anomala difformità tra i tamponi effettuati ad Avellino (tutti negativi) e le analisi svolte dalla Uefa sui giocatori biancocelesti. Un giallo che presuppone uno step obbligato, con l'acquisizione dei test clinici nel laboratorio che fa capo al patron Tacconi. Primo obiettivo da parte della Procura irpina è legato alla questione della competenza, nel tentativo di verificare se il laboratorio di Avellino sia collegato a un centro clinico avente altra sede. Superata la questione della competenza territoriale che dà diritto ad indagare, l'ufficio inquirente guidato da Vincenzo D'Onofrio potrebbe procedere a ipotizzare l'accusa di falso, sulla scorta di una semplice comparazione dei dati: se i referti avellinesi presentassero elementi di criticità o di adulterazione, sarebbe doveroso battere su questa ipotesi di reato. Intanto ieri pomeriggio Immobile, Leiva e Strakosha hanno lasciato il ritiro della Lazio e non giocheranno contro la Juve (oggi alle 12,30). Dopo le positività al Campus Biomedico e la comunicazione del contagio da parte della Regione alla Procura federale (3 giocatori e 2 dirigenti), il club ha deciso di non far allenare i calciatori.

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IL RICORSO
De Laurentiis difenderà in prima persona il Napoli domani pomeriggio in Corte sportiva d'Appello. Sarà lui, in pratica, a spiegare che la mancata partenza per Torino è stata una vera e propria «causa di forza maggiore» legata alla presa di posizione della Asl Napoli 2 Nord e della Regione Campania. Lo farà in videconferenza. La sensazione è che cambierà la strategia difensiva del club azzurro in secondo grado dopo che il giudice sportivo, Mastrandrea, era stato piuttosto severo nel suo provvedimento nel giudicare «inammissibile il reclamo proposto del Napoli in ordine alla regolarità della gara è da ritenersi, trattandosi di strumento chiaramente dedicato alla contestazione di gare disputate». In pratica il Napoli aveva messo in discussione, nel reclamo al giudice sportivo, la regolarità della gara. Domani questa posizione del club sparirà o sarà messa in secondo piano: De Laurentiis ribadirà che non è stato lui a sollecitare l'intervento delle autorità sanitarie e che la documentazione inviata aveva messo il Napoli con le spalle al muro sulla partenza.

Il patron proverà a spiegare che il volo per Torino sarebbe potuto decollare anche domenica pomeriggio, ma che ancora una volta nessuna possibilità era stata concessa al Napoli di farlo. Riuscirà davanti alla I sezione, presidente Sandulli, a ribaltare la sentenza del giudice sportivo? C'è pessimismo. Molto. Perché qui si tratta di mettere in discussione il protocollo della Figc. L'assenza della Juventus dà un barlume di speranza. Il club bianconero non si è costituito. L'impressione è che il contenzioso non finirà domani ma che servirà andare al Coni.

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