Lazio, Lotito punzecchia la tifoseria:
«Vi ho abituato troppo bene»

Lazio, Lotito: «Ho abituato troppo bene i tifosi. I laziali sono particolari, i romanisti si accontentano»
Lazio, Lotito: «Ho abituato troppo bene i tifosi. I laziali sono particolari, i romanisti si accontentano»
di Valerio Marcangeli
Venerdì 10 Giugno 2022, 11:07 - Ultimo agg. 11 Giugno, 10:26
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Dopo le parole di Ciro Immobile sono arrivate anche quelle del presidente Lotito in casa Lazio. Se il bomber ha promesso amore eterno ai colori biancocelesti, il patron è tornato a punzecchiare la tifoseria in un momento caldo anche in ottica abbonamenti. Entro il fine settimana infatti il presidente dovrà decidere assieme al marketing i prezzi della nuova campagna che verrà lanciata con lo slogan “Uniti si vince”.

Lazio, Lotito: «Forse ho abituato troppo bene i tifosi»

Un’unione che però Lotito in alcuni casi non favorisce. Presente all’evento di chiusura della campagna elettorale di Fondazione e UdC a piazza del Gesù a Viterbo, il patron è tornato a dire la sua sui tifosi laziali: «Io non sono abituato a vendere sogni, bensì realtà. Penso che i tifosi abbiano ragione per quanto riguarda il punto di vista passionale a dire che la squadra sia un loro patrimonio. Però allo stesso tempo credo che dal punto di vista della gestione non sia così». Poi il paragone con i sostenitori della Roma: «I tifosi laziali sono particolari, forse li ho abituati troppo bene io. I romanisti invece sono contenti anche quando le cose vanno male. A inizio stagione loro partono sempre per vincere il campionato, ma poi si accontentano anche di lottare per altre posizioni. Noi laziali invece siamo diversi».

 

Questo il pensiero del presidente della Lazio che poi racconta un aneddoto con protagonista l’ex portavoce biancoceleste, Arturo Diaconale: «In passato mi sono trovato a Ladispoli con Arturo, che oggi non c’è più.

Ricordo che citofonai al primo abbonato e gli dissi che ero il presidente della Lazio, Claudio Lotito. Lui pensò si trattasse di uno scherzo e quindi chiuse il citofono. Alla terza volta gli ho detto: "Scenda o si affacci, così vedrà che sono davvero io". Loro ovviamente rimasero colpiti dalla cosa, si trattava di una bella famiglia di laziali». Una curiosità seguita da una conclusione riconciliatrice nelle intenzioni: «Per come lo concepisco io, il calcio è come una grande famiglia. E io mi sento il padre di quella dei laziali».

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