Lazio-Porto, Sarri ci crede:
«Sono forti ma possiamo farcela»

Maurizio Sarri (63), allenatore della Lazio
Maurizio Sarri (63), allenatore della Lazio
di Valerio Marcangeli
Mercoledì 23 Febbraio 2022, 15:42 - Ultimo agg. 18:44
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Tempo di vigilia e tempo di conferenza stampa in casa Lazio. Sarri ha presentato la sfida contro il Porto: «Sarà difficilissima, ma non impossibile». Gara da dentro o fuori per la sua squadra che recupera Immobile, non avrà Acerbi e tiene in stand-by Pedro a causa del regolamento.

Visti i risultati del Porto quanta distanza c’è tra il calcio portoghese e quello italiano?

«Non lo so, non ho una visione così completa del calcio portoghese. Loro sono una squadra forte che sarebbe competitiva anche in Italia, noi dobbiamo pensare a quello. Non è che dobbiamo giocare contro il sistema calcistico portoghese. La gara d’andata ci ha detto che sarà una sfida difficilissima, ma che allo stesso tempo non sarà impossibile».

Penserà al Napoli per preparare la sfida?

«No. Questa è una partita importante, noi andiamo dritti per la nostra strada e pensiama alla prossima. Non mi piace fare calcoli che puntualmente saltano in questi casi con infortuni o ammonizioni. Pensiamo a questa e stop».

Come sta Acerbi?

«È chiaro che essendo stato fermo 45 giorni è guarito da un punto di vista medico, ma non è al massimo dell’efficienza di prestazione e stiamo facendo un programma per portarlo velocemente nella giusta condizione. Al momento non è un giocatore che può iniziare la partita».

Come sta Immobile? E come va giocata la gara?

«Ciro non ha fatto un lungo stop, è stato fermo 6 giorni, vediamo oggi e domani mattina come sta e poi decideremo.  Penso che queste sono partite in cui occorre avere grande lucidità mentale. La prima attenzione va messa sulla fase difensiva. Se non siamo lucidi compromettiamo tutto. Dovremo avere attenzione alle posizioni in campo. Poi abbiamo le qualità per poterla risolvere in ogni momento. Non dovremo innervosirci con il passare dei minuti».

Come sta Pedro? E che peso dà a questi quattro giorni?

«Sembra che il suo infortunio sia meno grave di quello che avevamo pensato il primo momento, da qui a capire i tempi di recupero non lo so.

Il nuovo regolamento non lo trovo giusto, vieta più di curarsi che di doparsi. Se una persona ha bisogno di cortisone prende il cortisone. Peso ideale delle due gare? Sono due partite importanti, ma io do il peso a sei, sette, otto o nove mesi, non a quattro giorni. In questi casi possono esserci fattori estemporanei che influenzano il tutto».

Che sensazioni le ha dato la Lazio all’andata?

«A me ha dato belle sensazioni, per la prima volta nella stagione ha avuto mille difficoltà e le ha affrontate a testa alta. Stiamo diventando duri. La partita di Udine poteva vederci arrendevoli, invece abbiamo reagito. Sono uscito fiducioso da quella gara, ho visto reazioni importanti»

Che impressione le hanno dato Radu e Cataldi?

«Radu mi ha dato sensazioni buone. È ormai in un buon periodo, è affidabile, l’ultima partita l’ha fatta da difensore esterno però ha giocato con grande applicazione. Cataldi ha fatto due mesi di grande livello poi ha avuto un calo, ma adesso si è ritrovato».

Su Cabral…

«Il suo inserimento è difficile. È arrivato in un momento in cui siamo costretti a giocare ogni tre giorni e quindi non è semplice. Però il ragazzo mi sembra bello attento e sveglio, vediamo se possiamo aiutarlo a inserirsi velocemente lo stesso».

Quanto peserà l’assenza di Zaccagni? E sulla differenza tra Romero e Raul Moro…

«Stiamo parlando di due ragazzi che hanno due anni di differenza e tra 17 e 19 ce n’è molto, non è come tra 28 e 30. Romero sta crescendo bene perché ha un’intelligenza spiccata e vivace, ha futuro, ma in questo momento deve avere pazienza e studiare. Zaccagni sarà un’assenza pesante, quando i giocatori sono forti e stanno bene sono sempre assenze pesanti».

Cosa si aspetta da Luis Alberto?

«Ci deve dare qualità. In questo momento ci deve dare un apporto importante su tutti i punti di vista. Fa bene la fase difensiva, accorcia e pressa. Se fa questo e mantiene intatto il livello di qualità ci dà una grossa mano».

Quanto può dare in più l’Olimpico pieno?

«A noi il pubblico ci ha sempre aiutati al di là dell’aspetto quantitativo. Questo pubblico si fa sentire, trascina, ci hanno aiutato quando erano pochi e quindi domani ci aiuteranno di più, ma su quello non avevo grandi dubbi».

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