Lazio-Feyenoord, Sarri e l'Europa:
«Gara fondamentale per crescere»

Lazio-Feyenoord, Sarri e l'Europa: «Gara fondamentale per crescere»
di Valerio Marcangeli
Mercoledì 7 Settembre 2022, 17:11 - Ultimo agg. 18:53
5 Minuti di Lettura

In attesa della rifinitura in ottica Feyenoord a Formello Sarri ha presentato l'esordio europeo in conferenza stampa. Il tecnico vorrà vedere una Lazio motivata e soprattutto ambiziosa per quella che sarà una competizione che rientra tra gli obiettivi del club: «Contro di loro sarà una partita importantissima e speriamo di dover scegliere da marzo in poi su cosa puntare». Il tecnico guarda lontano, ma prima appunto ci sarà il Feyenoord. Ecco come si è espresso sul match.

Con quale ambizione si deve giocare in Europa?

«L'ambizione è una, senza pensare al lungo periodo. Il primo è il passaggio del turno evitando i playoff visto che mi sembrano molto insidiosi con le squadre che scendono dalla Champions. La gara di domani è importantissima sulla carta, in Europa le partite sono tutte di grandi difficoltà».

Farà turnover per testare qualcuno?

«Di vedere qualcuno non ho nessun interesse. Io li vedo tutti i giorni, ora però si entra in una fase dove c'è una forte necessità di qualche cambio».

A che punto è Cancellieri visto che lo prova sia al centro che sull'esterno?

«Viene da una storia personale in cui ha fatto l'esterno, noi lo utilizziamo anche in quel ruolo. In allenamento prova più da attaccante, ha una gamba eccezionale, ha accelerazioni forti, è un ragazzo che riesce a calarsi nel ruolo può fare bene anche da attaccanti, non ho grandi dubbi». 

Un commento su quanto accaduto dopo Lazio-Napoli?

«Quello che è successo in queste partite lo hanno visto tutti, io come responsabile ho l'obbligo di diventare i miei giocatori, la società e il popolo laziale. Lo rifarei tutta la vita, avrà del lavoro il mio avvocato. Però parliamo di Europa, meglio cambiare argomento». 

Che tipo di gara si aspetta domani? E su Cataldi...

«Nel calcio spesso ci sono giocatori che hanno una maturazione più lenta, Danilo forse è uno di questi. In più lui sta giocando in un ruolo che richiede esperienza, se non fai 30-40 partite di fila è difficile stare in campo in maniera giusta. Lo sta facendo molto bene, deve crescere dal punto di vista fisico, se va ad alta intensità non ha una durata lunghissima, ma mi sembra in crescita anche da questo punto di vista. Il Feyenood ha buone qualità tecniche, di palleggio, è pericolosa, dietro Danilo che è il loro attaccante, forte tecnicamente, giocano tre trequartisti di piede sinistro di ottimo livello. Ha fatto una finale europea, è ripartita benissimo, sono a un passo dall'Ajax in campionato. Fanno bene da tempo».

Che importanza ha l'Europa League nella sua testa? Quali errori non commettere?

«L'anno scorso abbiamo fatto un buon girone, era difficile, si decideva all'ultima partita, era equilibrato. Purtroppo l'ultima non l'abbiamo vinta. Anche con il Porto abbiamo fatto gare di buon livello, non siamo in un momento della stagione in cui dovremo scegliere una competizione, dobbiamo fare bene ovunque, il momento in cui si può scegliere può essere marzo.

Speriamo di scegliere il più tardi possibile, vorrebbe dire arrivare in fondo su più fronti».

L'idea di Vecino regista come va considerata?

«Vecino lì ci può giocare, ma ci vuole grande esperienza e specificità. In alcuni momenti come nel finale col Napoli c'era meno da palleggiare, lui può farlo per fisicità e ordine. Ma al momento è una carta di riserva a gara in corso». 

Il secondo tempo col Napoli dovuto alla stanchezza o per la questione mentale?

«Fisicamente non penso che abbiamo sofferto, per la qualità della corsa è stato il più alto con il Napoli che con l'Inter. Si è creata una problematica di distanze, le corse troppo lunghe per il baricentro basso, corse dispendiose e poco efficaci».

Ha più fiducia nel reggere gli impegni ravvicinati rispetto alla passata stagione?

«L'anno scorso abbiamo pagato più dal punto di vista mentale che fisico. Chiaro che l'Europa è una manifestazione quasi infattibile visto che non si giocano più due gare in un mese, ma quattro in questa stagione. I momenti di relativo riposo sono pochi, la possibilità di avere qualche giorno normale in più per allenarsi si sta riducendo sempre maggiormente. Non si può giocare di lunedì, non ci è mai successo l'anno scorso, a maggior ragione non accadrà in questa stagione. L'Europa League è una manifestazione molto più cattiva della Champions, chi la fa bene o male gioca venerdì o sabato, poi di martedì o mercoledì e la successiva si rientri con più riposo a disposizione. Non ci dobbiamo dare degli alibi comunque, perché alla fine le condizioni ideali in una stagione ci sono per 4-5 partite. Poi ci sono sempre delle problematiche. O il caldo, o il freddo, o la caviglia, o il ginocchio, inutile pensare ad alibi, dobbiamo concentrarci per fare bene in ogni condizione». 

Quanto conta l'Europa per far crescere la Lazio?

«Io ho anche record di imbattibilità in Europa, mi sembra di 23 partite. L'Europa è sempre importante, non diamo nulla di scontato, siamo ancora nella mentalità di essere superiori ai club esteri, poi il campo dice che non è così. Le europee si esaltano, le italiane un po' meno. Per la crescita di un club e di una tifoseria fare bene in Europa è fondamentale».

Ha paura degli impegni ravvicinati per la forma della rosa?

«Non sono preoccupato. I dati fisici sono di altissimo livello, sono superiori ai dati dell'anno scorso, quando correvamo quasi più di tutti in Serie A. L'intensità e la corsa erano di qualità. Ora abbiamo medie superiori, stiamo migliorando anche per accelerazioni e punte di velocità. Io penso che le gambe siano sempre a disposizione del cervello, le gambe spesso dipendono dalla testa. Rispetto all'anno scorso dobbiamo crescere nelle prestazioni mentali. Romagnoli sta bene, ha fatto controlli di routine».

© RIPRODUZIONE RISERVATA