Lazio, scossa Sarri: «Ora reagite da uomini veri»

Lazio, scossa Sarri: «Ora reagite da uomini veri»
di Alberto Abbate
Sabato 16 Ottobre 2021, 00:29
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La casa di chi? Trentacinquemila biglietti venduti, oltre diecimila nerazzurri: Lazio-Inter, oggi alle 18 all’Olimpico, preannuncia seggiolini e panchine bollenti. È scomodo, dopo l’addio burrascoso, il ritorno dell’ex Inzaghi: «Non sarà una partita come le altre nel luogo dove ho vissuto 22 anni. Accetterò fischi e applausi, per me sarà comunque emozionante rivedere i tifosi, persone speciali e i miei vecchi ragazzi». Ora appartengono a Sarri, non più padre-amico, ma severo comandante con chi non risponde ai suoi ordini: «Per cambiare la mentalità, non vanno fatte più concessioni. Quando si fanno confronti negli spogliatoi, parlano sempre gli stessi due ed è difficile capire quello che veramente c’è nella testa di tutti gli altri. A Bologna siamo stati imbarazzanti e superficiali, ora voglio una reazione da uomini veri». La Lazio è imbattuta fra le proprie mura da 16 gare, è il record dell’era Lotito, ma nel computo c’è anche e soprattutto il ruolino di Inzaghi, suo amato predecessore e ora tecnico nerazzurro, ai tempi del Napoli però quasi sempre battuto: «Io alla storia degli scontri diretti credo zero. Lui in biancoceleste ha fatto bene e ora guida la squadra favorita per lo scudetto. Nonostante un paio di cessioni, ha perso pochissima forza rispetto all’anno scorso». Maurizio mette un po’ le mani avanti perché non sa ancora come risponderà stavolta la Lazio al suo comando: «Lotito ha scelto la strada della rottura rispetto al passato, noi siamo palesemente un cantiere aperto. Ci sono enormi margini di miglioramento, ma non so quanto tempo ci vorrà per il salto individuale e collettivo. Non considero questa gara uno spartiacque, al momento».

DIFESA

E pensare che il derby vinto sembrava poter rappresentare già una svolta nel cammino.

A sentir parlare Sarri siamo punto e a capo: «Tutti esaltati da quel successo, invece io ho riconosciuto solo contro la Lokomotiv la mia Lazio. Abbiamo preso in mano la partita, palleggio pulito, attaccavamo lo spazio». Unica gara della stagione, d’altronde, senza nemmeno un gol subito. Oggi mancherà pure Acerbi (squalificato) al centro, Patric sarà il suo sostituto («Dopo il vaccino per il Covid, Radu ha sofferto il recupero») insieme a Luiz Felipe a marcare bomber Dzeko: «In questo momento il brasiliano e nessun altro sanno guidare la nuova linea a quattro. Bisogna trovare le certezze per tirare fuori la personalità lì dietro». E dev’esserci un maggior aiuto di Milinkovic, Leiva e Luis Alberto: «Il nostro modo di difendere prevede la partecipazione totale di tutti. Se vogliamo stare alti con i piedi a metà campo, nessuno può permettersi di saltare un movimento». Ieri Sarri ha insistito a Formello, schierando il suo 4-3-3 contro il 3-5-2 d’Inzaghi, che a sua volta lo attende al varco: «È un allenatore molto bravo, punta sul pressing e noi troveremo una Lazio arrabbiata dopo l’ultimo ko». L’Inter cercherà di sfondare sulle fasce, ma ha il dubbio Lautaro in attacco.

MINACCIA

Nell’undici della Lazio torna invece Immobile davanti, come punto di riferimento: «Sta bene e, almeno in questa sosta, ha trovato riposo dopo un anno in cui è stato spremuto», l’ennesima frecciata del tecnico toscano. Che può confidare sulla voglia di rivalsa su Inzaghi di Felipe Anderson: «Voglio batterlo ad ogni costo», giura il brasiliano a un paio di tifosi assiepati ieri pomeriggio a Formello. Dove era atteso Lotito, che ha invece rimandato a questa mattina (ultima rifinitura) il suo discorso. Lui ha già “minacciato” di toccare il portafoglio del gruppo (stipendi ritardati) se non ci sarà contro l’Inter una reazione d’orgoglio. Non solo: sino a ieri il ritiro era facoltativo, in caso di pesante ko il presidente è pronto a chiudere i cancelli del centro sportivo. Oggi da lì partirà il nuovo pullman della Lazio: restyling delle scritte e cambio di livrea come per l’aereo. Bisogna chiudere con il passato, nonostante Inzaghi mantenga vivo il ricordo: «Sono stati fondamentali per la mia carriera, non finirò mai di ringraziare Tare e Lotito». Ma quest’ultimo ha già serrato il portone di casa a fine maggio. 

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