Locatelli, l'eroe delle notti magiche:
«La mia serata indimenticabile»

Locatelli, l'eroe delle notti magiche: «La mia serata indimenticabile»
di Pino Taormina
Giovedì 17 Giugno 2021, 08:00 - Ultimo agg. 18 Giugno, 09:48
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È nato campione, anche se ce ne ha messo di tempo per capirlo. Per primo lo intuì Belusconi che vedendolo in campo a 14 anni nella giovanili del Milan gli disse: «Mi ricordi Pirlo». Peccato che poi il club rossonero se lo fece sfuggire tra le mani. E Pirlo ci ha provato per tutta l'estate di portarlo alla Juventus, senza riuscirvi. E ora Manuel Locatelli, cresciuto con De Zerbi al Sassuolo, nella bella provincia del calcio italiano, è il simbolo dell'Italia che vola in questo Europeo, il regista (l'altro regista) che deve avere il compito di dare il tempo a Verratti di recuperare dall'infortunio ma che ora mette nei guai il ct Mancini: perché un Locatelli così non può essere tolto. Sarebbe un sacrilegio. La sua prima da titolare con l'Italia con l'Olanda, a inizio settembre dello scorso anno. In poco tempo, si è preso velocemente ogni cosa. Cresciuto all'oratorio a pochi chilometri da Lecco, era allenato dal suo papà. Lo scopre un osservatore dell'Atalanta, dopo poco viene strappato dal Milan. E subito gli dicono che è un regista. Sempre a dire che è un talento. E infatti è capitano dell'Italia Under 19 ed è protagonista nell'under 21 sia con Di Biagio che con Nicolato. E Mancini, che quelli con i piedi buoni li fiuta distanti anche chilometri, lo aggrega pianta stabile e ieri sera anche tutti gli altri si sono accorti tutti di lui, con una doppietta, il terzo gol con la maglia dell'Italia dopo quello alla Bulgaria. E ieri sera contro la Svizzera è stato decisivo come mai prima di adesso, per la doppietta ma anche per il modo con cui ha dettato i tempi in ogni momento. D'altronde, ha proprio nell'eclettismo tattico quel valore aggiunto che gli è utile in Nazionale, dove può in teoria ricoprire tutti e tre i ruoli del centrocampo: regista, regista di complemento (quello che ha occupato ieri) o incursore. «Serata indimenticabile, il lavoro e la determinazione che ci ho messo quest'anno mi hanno portato qui. Un anno fa non sarei stato qui. Il primo gol è stato super, con l'assist per Berardi: c'è voluto un pizzico di follia per rincorrere quel pallone. È una emozione grande, una doppietta che dedico agli italiani per tutto quello che hanno sofferto in questi mesi», commenta l'uomo del match a fine gara. «Voglio tenere i piedi per terra, godermi questo Europeo e questo gruppo straordinario.

Sono uno dei più giovani ma sono stato accolto in maniera stupenda», conclude Locatelli.

 

Non è la prima notte così. La prima volta che si è sentito un eroe è stato dopo un gol alla Juventus nel 2016: ha dato tutto ieri all'Olimpico, migliore in campo: aperture, modo di stare in campo, personalità oltre alla doppietta che ricorderà per tutta la vita. Il primo gol è tutto suo: con il lancio sul compagno di squadra al Sassuolo, Berardi e poi la chiusura dopo la corsa di quasi 50 metri. Ha messo in ombra tutti, nella notte di Roma: anche Insigne. Che ha mostrato che c'è modo e modo di indossare la maglia numero dieci. Perché c'erano una volta i numeri dieci con fantasia e piccole magie al servizio della squadra e dello spettacolo. Ora il calcio moderno li ha spazzati via, perché chi la butta troppo sulla tecnica spesso non è mai determinate. E Insigne ieri ha dimostrato il livello di maturità raggiunto: il talento di Frattamaggiore, è diventato grande anche perché non ha più l'ossessione della giocata a ogni costo. Lorenzo Insigne ha capito che anche se ha la 10 dietro le spalle può pure essere tu al servizio della squadra. E non la squadra al servizio delle tue ispirazioni. Ed è una notte straordinaria anche per i colori del Napoli: perché era dall'amichevole di Torino con l'Olanda, il 4 giugno di tre anni fa che due napoletani non giocavano assieme: quella volta era stati Jorginho e Insigne (con Lorenzo anche capitano). Sono passate 30 partite da quella gara. Con Di Lorenzo che ha brillato, per solidità e intelligenza tattica. 

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