Maradona a Messi: «Non giocare più in nazionale»

Maradona a Messi: «Non giocare più in nazionale»
di Redazione Sport
Lunedì 1 Ottobre 2018, 15:12 - Ultimo agg. 16:25
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Diego Maradona consiglia 'l'eredè Lionel Messi di non giocare più nella nazionale albiceleste dopo l'eliminazione negli ottavi di finale dell'ultimo Mondiale. E lo fa come al suo solito con parole politicamente scorrette (come per il paragone con la F1, dove parla del 'negretto Hamilton') nel corso di una lunga intervista pubblicata dl quotidiano 'Clarin'. «Che direi a Messi? Che non ci vada più (in nazionale n.d.r.). Se perde l'under 15 è colpa di Messi, il calendario pone Racing contro Boca ed è colpa di Messi. La colpa è sempre sua. Io direi 'che la smettano di rompermi le scatolè. Io non ci andrei più, e in ogni caso voglio vedere se avranno il coraggio di mandarlo in panchina». Alla domanda che, dopo l'eliminazione in poi, Messi non abbia mai parlato dell'ultimo Mondiale, Maradona risponde così: «avrei voluto che avesse mandato tutti a cag...Perché lui non ha la colpa del fatto di non essere diventati campioni del mondo». «Capisco che, visto che c'era lui, ci speravamo tutti - aggiunge l'ex fuoriclasse del Napoli - però a volte succede che vai all'ippodromo per vedere il tuo cavallo vincere e invece arriva ottavo.
In Formula 1 Vettel ha un motore incredibile, e vince il negretto Hamilton. Oggi la nazionale non suscita più emozioni, non interessa assolutamente, abbiamo perso la passione». Maradona ha da ridire anche sul fatto che adesso alla guida dell'Albiceleste ci sia l'ex laziale Scaloni. «È un bravo ragazzo, ma non potrebbe nemmeno dirigere il traffico - dice - E invece gli abbiamo dato la Nazionale! Per caso siamo tutti impazziti?. È giusto ritirare la maglia numero 10 se Messi non tornerà?
«Mi pare una cavolata, perché se io la consegno a Messi, lui poi dovrebbe darla a un ragazzo che gioca anche lui col 10. Sono cose che mi fanno il sangue amaro». Una battuta sull'esperienza nella serie B messicana alla guida dei Dorados di Sinaloa. «La mia vita va bene, però mi dovevo convincere che potevo lavorare qui, con giocatori delle serie inferiori - spiega -. Non è necessario farlo con chi guadagna decine di milioni»
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