Fernando Signorini, attuale preparatore atletico della squadra del Chivas in Messico, ha trascorso un lungo periodo della sua vita accanto a Diego Armando Maradona. Ne è stato l'allenatore personale a Barcellona e a Napoli e ha fatto parte del suo staff nella breve e sofferta esperienza da commissario tecnico della Seleccion argentina, finita con l'eliminazione nel Mondiale sudafricano del 2010. L'affetto è sincero, non si deve dunque pensare che il suo libro “Diego desde adentro”, scritto con Luciano Vernicke e Fernando Molina (già fidanzato di Dalma Maradona) e pubblicato dalla casa editrice Planeta, sia una serie di racconti di vita vissuta per creare scandalo. Diego, con le sue virtù e i suoi vizi, è stato da tempo messo a nudo. Fernando ha avvertito comunque il desiderio di raccontarlo e ovviamente di raccontarsi.
Tra le storie di questo rapporto ce n'è una vissuta a Napoli, nell'appartamento di Mary Maradona, una delle sorelle di Diego che viveva a Posillipo. Una drammatica testimonianza che comincia una telefonata arrivata a metà pomeriggio. «Vieni, vuole parlarti». Signorini, che abitava in via Manzoni, prese un taxi e corse in quella casa dalle parti del Parco della Rimembranza. Aprì El Morsa, così è soprannominato Gabriel Esposito, marito di Mary e cognato di Diego, violento ultrà del Boca Juniors che a Napoli frequentava i peggiori ambienti possibili del Pallonetto, di Forcella, della Torretta, dei Quartieri Spagnoli.
Quella volta Maradona lo chiamò non per un problema fisico ma perché voleva offrirgli cocaina. Era seduto su un letto, parlava con difficoltà. «Che ne dici?».