L'ex preparatore Signorini:
«Diego mi offrì droga e io dissi no»

L'ex preparatore Signorini: «Diego mi offrì droga e io dissi no»
di Francesco De Luca
Giovedì 28 Ottobre 2021, 17:53 - Ultimo agg. 29 Ottobre, 07:26
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Fernando Signorini, attuale preparatore atletico della squadra del Chivas in Messico, ha trascorso un lungo periodo della sua vita accanto a Diego Armando Maradona. Ne è stato l'allenatore personale a Barcellona e a Napoli e ha fatto parte del suo staff nella breve e sofferta esperienza da commissario tecnico della Seleccion argentina, finita con l'eliminazione nel Mondiale sudafricano del 2010. L'affetto è sincero, non si deve dunque pensare che il suo libro “Diego desde adentro”, scritto con Luciano Vernicke e Fernando Molina (già fidanzato di Dalma Maradona) e pubblicato dalla casa editrice Planeta, sia una serie di racconti di vita vissuta per creare scandalo. Diego, con le sue virtù e i suoi vizi, è stato da tempo messo a nudo. Fernando ha avvertito comunque il desiderio di raccontarlo e ovviamente di raccontarsi.

Tra le storie di questo rapporto ce n'è una vissuta a Napoli, nell'appartamento di Mary Maradona, una delle sorelle di Diego che viveva a Posillipo. Una drammatica testimonianza che comincia una telefonata arrivata a metà pomeriggio. «Vieni, vuole parlarti». Signorini, che abitava in via Manzoni, prese un taxi e corse in quella casa dalle parti del Parco della Rimembranza. Aprì El Morsa, così è soprannominato Gabriel Esposito, marito di Mary e cognato di Diego, violento ultrà del Boca Juniors che a Napoli frequentava i peggiori ambienti possibili del Pallonetto, di Forcella, della Torretta, dei Quartieri Spagnoli.

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Quella volta Maradona lo chiamò non per un problema fisico ma perché voleva offrirgli cocaina. Era seduto su un letto, parlava con difficoltà. «Che ne dici?».

Erano da soli nella stanza, Diego aveva fatto uscire le cinque persone che gli tenevano compagnia e che si drogavano con lui. La risposta fu secca: «Dico di no. Perché quando sono felice voglio sapere perché lo sono così come quando sono triste voglio sapere perché. E' tutto?». Diego lo congedò come fosse un affare non concluso: «Sì, è tutto». E Fernando: «A domani». Un domani che sarebbe stato come quel giorno e tanti altri perché il declino era irreversibile.

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