C'è una data cerchiata in rosso nella vita di Maria Sole Caputi Ferrieri, due lauree, un dottorando e una passionaccia per l'arbitraggio: il 15 dicembre 2021 ha diretto Cagliari-Cittadella, sedicesimi di finale di coppa Italia, prima donna a dirigere i maschietti che giocano in Serie A. Ci sarà, diciamo ancora potrebbe esserci un'altra data nella vita di questa ricercatrice dell'università di Bergamo, 31 anni da Livorno, che ama essere chiamata arbitro, non arbitra: il prossimo 13 agosto, avvio del campionato di Serie A 2022-23, potrebbe diventare (diventerà?) la prima donna ad arbitrare una partita di Serie A.
Usiamo (ancora) il condizionale, perché la decisione non è presa, o almeno non ufficialmente.
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La rivoluzione di Rocchi
Già così, la vicenda ha del clamoroso. E darebbe atto alla nostra associazione arbitri di aver fatto passi da gigante in pochi mesi (la gestione Trentalange è relativamente recente), portando (finalmente) l'Italia del pallone al passo con il resto dell'Europa calcisticamente civilizzata, con la Uefa, che ha lanciato da tempo le arbitre nelle Coppe, a cominciare dal fenomeno Frappart, un'apripista per tutto il movimento, e con la Fifa, che ha appena annunciato l'invio di tre donne al Mondiale qatariota. Niente male, per un Paese solitamente in ritardo, culturale innanzitutto, su certi temi sensibili.
E del resto, anche la linea tecnica imposta da Gianluca Rocchi alla sua prima stagione da designatore, è stata di uno svecchiamento, con l'ambizione di imporre anche con scelte clamorose il ricambio generazionale che la categoria attendeva da anni. Una politica che comportava un grande rischio, che la stagione della nostra classe arbitrale naufragasse in una mare di errori.
Gli errori ci sono stati, lo ha ammesso ieri nel punto di fine stagione lo stesso Rocchi, ma tutto sommato ne valeva la pena e probabilmente gli arbitri si presenteranno ai nastri di partenza della prossima stagione con senso di responsabilità e tanta esperienza in più.
Un grande in bocca al lupo a 𝗠𝗮𝗿𝗶𝗮 𝗦𝗼𝗹𝗲 𝗙𝗲𝗿𝗿𝗶𝗲𝗿𝗶 𝗖𝗮𝗽𝘂𝘁𝗶, la prima donna a dirigere una squadra di 𝗦𝗲𝗿𝗶𝗲 𝗔 𝗺𝗮𝘀𝗰𝗵𝗶𝗹𝗲 in occasione di #CagliariCittadella, sedicesimi di Coppa Italia 💪#CoppaItaliaFrecciarossa pic.twitter.com/MSQ9rZVNAH
— FIGC Calcio Femminile (@FIGCfemminile) December 15, 2021
Chi è
Dunque, ci sarà - dovrebbe esserci - anche Maria Sole Ferrieri Caputi da Livorno. Una Laurea Triennale in scienze politiche e una laurea Magistrale in sociologia. A dicembre, quando balzò agli onori della cronaca, a qualche ora da Cagliari-Cittadella, arbitrata senza patemi né intoppi, disse con certa consapevolezza: «Ci tenevo a fare bene perché sapevo che stavo rappresentando un movimento intero, quello delle donne che arbitrano a tutti i livelli. Io sono solo la punta dell'iceberg di un mondo che sta crescendo. Sono soddisfatta, ma ho ancora tanto da imparare».
Ha imparato in fretta, in pochi mesi è diventata un'arbitra da serie A. Scusi, arbitro. «Personalmente lo preferisco. Come preferisco sindaco a sindaca. Novanta volte su cento quando mi dicono arbitra è per sottolineare che sono una donna. Quindi preferisco arbitro. Credo che quando non ci sarà più l'esigenza di sottolinearlo, allora vorrà dire che ci sarà davvero parità». Idee chiare. Le serviranno anche per districarsi con la var... «È una garanzia. Ho esperienza limitata, cerco di non sbagliare, ma so di avere una specie di angelo custode che mi corregge se serve». La pensassero tutti così...