Messi, l'appello del bimbo afghano:
«Salvami dai talebani, ho paura»

L'appello disperato a Messi del bambino afghano: «Salvami dai talebani, ho paura»
L'appello disperato a Messi del bambino afghano: «Salvami dai talebani, ho paura»
Venerdì 3 Settembre 2021, 13:53 - Ultimo agg. 4 Settembre, 11:15
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Murtaza Ahmadi torna a bussare alla porta di Messi. Stavolta però la sua richiesta è disperata, ancor di più di quella che nel 2016 lo mise in contatto col fenomeno ex Barcellona ora al Psg. Una foto virale del bimbo, che allora aveva 5 anni, con addosso un sacchetto di plastica trasformato nella maglia di Messi, fece il giro del mondo. E lo stesso calciatore volle incontrarlo: il sogno del bimbo fu realizzato grazie adll'Unicef e ad alcuni sponsor. Messi gli regalò un completo ufficiale dell'Albiceleste con autografo e dedica personalizzata e, successivamente, lo accolse in campo in occasione di una amichevole del Barcellona.

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Murtaza a Messi: salvami da questa guerra

Oggi Murtaza torna a chiedere aiuto al suo idolo, mentre in questi cinque anni anni sono cambiate molte cose, per Messi e soprattutto per il bambino afghano. La Pulce non è più al Barcellona e nel Psg gioca con la maglia n.30, ma Murtaza Ahmadi sta vivendo ore da incubo a Kabul e ora lancia un appello al suo idolo. «Sono intrappolato in casa e non posso uscire - le sue parole alla Efe poi diffuse da vari altri media - perché ho molta paura dei talebani. Ti prego, salvami da questa situazione. Voglio giocare a calcio e farlo in pace, in un luogo sicuro. A volte di notte sogno che stanno arrivando i talebani, bussano alla porta e mi urlano contro».

La storia di Murtaza

Murtaza e la sua famiglia, che sono musulmani sciiti, sono a Kabul da due mesi, provenienti dalla provincia di Ghazni; hanno dovuto lasciare in tutta fretta la loro casa (dove sono rimasti i cimeli donati da Messi) a causa dell'avanzata dei talebani. Per le minacce più volte ricevute, negli ultimi due anni avevano evitato di mandare il figlio a scuola, temendo un possibile sequestro visto che gli jihadisti dello stato islamico ritenevano che Messi avesse fatto alla famiglia del bimbo anche una grossa donazione di denaro. A maggio del 2016 gli Ahmadi erano anche emigrati del Pakistan da dove poi avevano fatto richiesta di asilo politico agli Stati Uniti, che però l'avevano respinta. Da qui il ritorno in Afghanistan, dove la situazione è nel frattempo è precipitata.

Ora l'appello di Murtaza a Messi, nella speranza che il sei volte Pallone d'Oro riesca a strapparlo ai talebani.

 
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