Basta refreshare la pagina Instagram di Sinisa Mihajlovic a pochi minuti di distanza, per vedere aumentare i follower a vista d'occhio. A 24 ore dall'annuncio della morte dell'allenatore serbo, il suo profilo social è cresciuto di circa 20mila unità. Ne aveva 54mila venerdì, adesso (alle 16 di sabato) ha scollinato i 76mila. E i numeri andranno ad aumentare.
Ma perché persone che non hanno seguito qualcuno fino al giorno della sua morte, devono farlo quando non avrà più nulla da dire o da raccontare? Lo stesso era accaduto con Kobe Bryant, un altro sportivo morto tragicamente e prematuramente. È una delle storture del nuovo mondo, dove esserci sempre è quello che conta.
Solo otto post e due profili seguiti
Mihajlovic non è mai stato uno "social".
Appena 8 post in tutto e due profili seguiti, la Serie A e quello della squadra che ha allenato fino all'ultimo esonero arrivato lo scorso settembre, il Bologna appunto. Ha sempre lasciato parlare i fatti. Il mondo delle apparenze, quello social, non gli è mai appartenuto. Avrà "spiato" sua moglie, molto più attiva di lui, e le sue figlie Virginia e Viktorija, di cui era molto geloso. Ma non si è mai avventurato oltre. Non si fa fatica a capire il perché.