Le star Osimhen e Kvara, la mentalità di Spalletti e l'entusiasmo consapevole: Napoli, ecco perché lo scudetto non è più un sogno

"È l’anno giusto”, hanno gridato i tifosi che stanno vivendo il momento con la giusta maturità, vero e proprio punto di forza dell’ambiente, poco incline a lasciarsi andare all’euforia

Le star Osimhen e Kvara, la mentalità di Spalletti e l'entusiasmo (consapevole): Napoli, ecco perché lo scudetto è più vicino
Le star Osimhen e Kvara, la mentalità di Spalletti e l'entusiasmo (consapevole): Napoli, ecco perché lo scudetto è più vicino
di Pasquale Tina
Sabato 14 Gennaio 2023, 13:14 - Ultimo agg. 16 Gennaio, 13:05
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Il risveglio di Napoli è dolcissimo. Il 5-1 alla Juventus è un’iniezione di gioia che non è di certo svanita. E’ un sabato pieno di consapevolezza in città sulla forza di una squadra che davvero può avverare il sogno di uno scudetto inseguito da 33 anni. «È l’anno giusto”, hanno gridato i tifosi che stanno vivendo il momento con la giusta maturità, vero e proprio punto di forza dell’ambiente, poco incline a lasciarsi andare all’euforia. La sconfitta con l’Inter a San Siro, ad esempio, è stata affrontata senza particolari drammi e l’incitamento del pubblico a Milano dopo il ko resta forse l’immagine più forte di una tifoseria che crede nella forza di questo gruppo. Il 5-1 alla Juve ovviamente ha meritato un supplemento di festeggiamenti. Nessuno voleva tornare a casa ieri sera, i 55mila dello stadio Maradona si sono goduti le emozioni intense di una vittoria netta e schiacciante contro una Juventus che era risalita al secondo posto con una striscia di otto successi consecutivi, conditi da una difesa impenetrabile.

Napoli, i segreti del successo: da Osimhen a Kvaratskhelia

Il Napoli l’ha sgretolata con la meglio gioventù dei suoi campioni. Victor Osimhen è stato decisivo con una doppietta d’autore: “È il migliore nel suo ruolo”, ha detto Luciano Spalletti che ha aiutato molto il numero 9 nella sua maturazione: “E può ancora migliorare. Sono curioso di capire dove potrà arrivare”. L’altro campione assoluto è Kvaratskhelia. È tornato protagonista dopo un paio di partite senza acuti e ha rubato la scena al Maradona con un gol e due assist. Lo hanno applaudito pure 180 tifosi georgiani, arrivati venerdì a Napoli con volo charter per godersi lo spettacolo offerto dall’idolo di un’intera nazione. Ma Kvaradona ormai è anche il beniamino di tutti i fan azzurri che credono fortemente nello scudetto.

La proverbiale scaramanzia deve fare i conti con una superiorità schiacciante di una squadra tornata, come condizione psico-fisica, ai livelli di ottobre e novembre, quando liquidava con facilità impressionante pure le big d’Europa (vedi Liverpool ed Ajax).

 

Luciano Spalletti ha già vinto la sua sfida di riavvicinare il pubblico a questa squadra. Il condottiero azzurro sta evitando proclami – che nello scorso campionato si sono rivelati controproducenti – e la sua gestione mediatica è un altro punto di forza di questa cavalcata in testa alla classifica. Napoli e il Napoli sono uniti da un abbraccio che può diventare decisivo: “La scena più bella – ha detto – è la festa dei giocatori sotto la curva. La spinta della nostra gente può essere davvero fondamentale”. È il carburante di un gruppo giovane ma determinato a scrivere una nuova pagina della storia del Napoli. Prima di ieri, il 5-1 alla Juve portava la firma di Maradona nella Supercoppa vinta dagli azzurri l’1 settembre 1990 a Fuorigrotta: era l’ultimo trionfo di un ciclo vincente. Quello di ieri ha un sapore opposto: è l’inizio dell’era del Napoli che non vuole più fermarsi.

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