Il calcio contro la pirateria tv: «C'è ArabSat dietro il canale beoutQ»

Il calcio contro la pirateria tv: «C'è ArabSat dietro il canale beoutQ»
Lunedì 16 Settembre 2019, 16:47 - Ultimo agg. 18:31
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Punta il dito contro l'Arabia Saudita l'indagine commissionata da Uefa, Fifa e dalle principali leghe europee su beoutQ, emittente pirata che trasmette illegalmente contenuti sportivi, via satellite e online, soprattutto in Arabia e Medio Oriente. «Il report conferma senza dubbio» che le trasmissioni di beoutQ utilizzano «un'infrastruttura satellitare posseduta e gestita da Arabsat», comunica la coalizione in cui c'è anche la Lega Serie A, invitando il fornitore a non supportare più l'emittente pirata.
Fifa, Uefa, Confederazione calcistica asiatica, Bundesliga, LaLiga, Ligue1, Premier League e Lega Serie A hanno commissionato l'indagine tecnica a MarkMonitor, che ha verificato il funzionamento di beoutQ. Si tratta di una emittente pirata che trasmette - come descrive l'analisi tecnica di MarkMonitr - su larga scala con 10 canali, disponibili in Arabia Saudita e Medio Oriente anche in streaming su internet e via satellite attraverso un decoder, utilizzando frequenze satellitari di Arabsat, nonché attraverso app di parti terze, fra cui una «basata o connessa con Ksa-Evdtv», una iptv con base a Riad: queste app sono considerate complici di beoutQ.
L'attività illegale di beoutQ ha creato non poche tensioni a livello internazionale fra il Qatar, dove ha base BeIN Sports, broadcaster dei principali campionati (trasmette quello italiano anche in Medio Oriente e Nord Africa), e dove si giocheranno Mondiali 2022, e l'Arabia Saudita, che si sta aprendo al mondo anche ospitando grandi eventi sportivi fra cui la Supercoppa italiana.
«I nostri tentativi di presentare un'istanza formale nel Regno dell'Arabia Saudita in merito ai diritti contro beoutQ sono stati vani» spiega la coalizione anti-pirateria che, «pur avendo notizia che le trasmissioni di beoutQ sono attualmente interrotte», invita «Arabsat e altri fornitori di servizi satellitari a non fornire più una piattaforma per la pirateria, che danneggia non solo i legittimi titolari delle licenze, i tifosi e i giocatori, ma anche tutti gli sport».
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