È la sua ultima occasione per prendersi il mondo, per urlare che la storia la fa il presente e non il passato. E sulla sua strada, la Pulce, troverà Piotr Zielinski. Nel nome di D10s, come sempre. Da una parte la Pulce, idolo dell'Argentina, dall'altra parte Peter Pan, idolo dello stadio Maradona, il ragazzo polacco che con i soldi costruisce case-famiglia in cui ospita i bambini abbandonati e in difficoltà del suo Paese. Leo e Piotr, l'ultima volta si sono visti dalle parti del Camp Nou, con Messi autore di un gol stellare che portò il Barcellona ai quarti di finale della Champions. Oggi è un'altra partita che, come allora, è da dentro o fuori: l'Argentina deve vincere per forza per andare avanti. Alla Polonia basta un pari. Uno spareggio, sarà come in un ring e solo uno resterà in piedi alla fine. Come Rocky contro Apollo Creed, all'ultimo sangue. I due numeri 10 (anche se Zielinski ha il 20 anche con la Polonia) che si giocano il passaggio alla storia. Messi alla prova della vita, per sconfiggere quella malattia che non ha nome e che gli toglie grandezza. Questa con la Polonia è la prima delle sue ultime possibilità per trovare un posto nel mondo e non solo nelle squadre di club che illuminano. Se perde oggi, non ne avrà più. Bravo fino a quando non arriva al mondiale, fino a quando il confronto diventa più ampio e più spietato. Il gol con il Messico ha detto che non è così, che non è vero che è solo polvere di stelle. Ma ha davvero un'ultima chance per non scendere dalla giostra.
Questo può essere davvero l'ultimo giro. Ci ha provato prima Lozano, ora tocca a Zielinski farlo cadere. Due napoletani che in questo Mondiale sognano ancora di andare avanti. E che non hanno solo in palio la qualificazione in Qatar ma che si giocano anche il futuro. Messi, dicono, ha già un accordo con Beckham per volare a Miami la prossima estate e illuminare di immenso la Mls. Ma anche Zielinski, nel suo piccolo, non si sa mica dove sarà tra un anno. Perché il nodo del suo contratto in scadenza nel 2024 sta per arrivare al pettine. Il gol di Zielinski al Mondiale contro l'Arabia Saudita ha di nuovo accesso i riflettori sul polacco che è tra i pochi ad avere una clausola rescissoria piuttosto alta (110 milioni di euro) tra quelli del Napoli. Ed è anche uno di quelli che, dopo l'addio di Koulibaly, ha lo stipendio più alto, circa 7,3 milioni di euro lordi. Il prolungamento potrebbe non prevedere particolari ritocchi al rialzo da parte del Napoli: magari qualche bonus in più legato alla
Champions, ma una quota fissa che il Napoli non vorrebbe ritoccare. Il punto è: quanto vale? Non meno di 30 milioni. De Laurentiis, questa estate, aveva anche autorizzato il West Ham a trattare con Zielinski, ma l'intesa è svanita proprio per le richieste del polacco che chiedeva 5 milioni di euro per lasciare l'Italia. Se dovesse fare la stessa richiesta al Napoli, il rischio è che non ci sia intesa. E avendo un contratto fino al 2024, ecco che potrebbe ipotizzarsi in estate il suo addio. Non a caso, si intensificano le voci del pressing sull'Udinese per Lazar Samardzic, 20 anni. Il punto è che l'Udinese ci è rimasta assai male per come il Napoli ha mollato Deulofeu la scorsa estate: i friulani erano certi che l'operazione fosse andata in porto. E invece Giuntoli ha dirottato le sue scelte in attacco su Simeone e Raspadori. Ma stasera, Piotr ha la prima delle sue grandi occasioni per far vedere il suo valore: è accompagnato anche lui da alcuni preconcetti: quello di sparire nelle notti in cui si fa la storia.
Il ct Scaloni conferma la stessa formazione che ha battuto il Messico. E avverte: «Per me conta solo la partita di questa sera. Non posso pensare all'avversario che rischiamo di incontrare agli ottavi perché prima ci dobbiamo arrivare. Non c'è stata ancora una squadra superiore agli altri. La Spagna sembrava così forte, ma poi è stata fermata dalla Germania». Il ct della Polonia non ha voglia di recitare la parte dell'agnello sacrificale. «Vogliamo andare avanti noi, siamo pronti. Messi? Sembra Alberto Tomba. Ma 1uesta è una gara che si gioca 11 contro 11 non è solo il duello tra Lewandowski contro Messi. Sono due giocatori favolosi, ma non si decide chi è il migliore in questa partita».
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